Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Vigano San Martino (Bg) il 6.12.1896, falegname, antifascista. Espatria in Francia, a Rosny-sous-Bois (dipartimento Senna-Saint Denis, regione Île-de-France), un sobborgo di Parigi, dove è sposato e ha un figlio, nato nel 1929. Separato dalla famiglia, rientra in paese nel 1932, dove vive come lavoratore saltuario e come venditore ambulante di grappa di contrabbando. Il 5.9.1936 a Borgounito (dal 1928 nuovo nome di Vigano San Martino) per strada grida “Viva Lenin, Viva la Russia, Viva la Spagna” e lo stesso giorno viene riconosciuta la sua voce mentre canta ‘Bandiera rossa’. Il 29.9.1936 viene condannato dalla Commissione Provinciale di Bergamo per il confino di polizia a 5 anni di confino come individuo socialmente pericoloso per atteggiamento anti-nazionale e il 13.10.1936 giunge alle Tremiti. Viene liberato condizionalmente il 18.3.1937 e rientra a Vigano San Martino, dove aiuta il padre infermo. Nel dicembre 1938, passando per Basilea, espatria clandestinamente per recarsi in Francia a ritirare il proprio figlio, fino a quel momento affidato alla madre. Per rientrare in Italia chiede aiuto al Consolato generale italiano di Parigi, che ne favorisce il rientro in Italia, avvenuto il 10.12.1938, però a spese proprie e senza il figlio. Il 6.5.1939, in un’osteria di Vigano San Martino, si lamenta con alcuni avventori delle sue condizioni (lungo periodo di disoccupazione, cattive condizioni di salute del padre settantenne). Ad un certo punto chiede all’esercente un quarto di vino, che gli viene rifiutato per la sua ubriachezza. Pasinetti reagisce male dicendo all’esercente “Ti vado in culo a te e al tuo vino”. L’oste lo fa uscire dal locale, e Pasinetti grida “Viva l’Italia con le gambe in aria” e si allontana. Secondo uno degli avventori del locale, il fascista Zaffiro Nicoli, nel locale Pasinetti avrebbe detto “Viva la Russia, Viva Lenin che almeno là si troverebbe del lavoro”. Sull’episodio viene aperta un’inchiesta da parte della 14° Legione ‘Garibaldina’ della Mvsn, che procede ad interrogare i testimoni presenti nel locale, dei quali però solo uno, come sopra riportato, riferisce la frase citata, mentre gli altri confermano la versione dello stesso Pasinetti, che nell’osteria avrebbe parlato della sua esperienza francese e si sarebbe lamentato solo del fatto che in Comune risultava essere ancora residente in Francia. Per questo episodio viene diffidato il 5.9.1939. Nel marzo 1941 chiede il permesso per espatriare in Germania per lavoro. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia in doppia posa del 29.9.1936. (G. Mangini)