Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Mapello (Bg) il 15.6.1876, manovale, commerciante in mobili, cuoco, sospetto comunista. Poco tempo dopo la sua nascita la sua famiglia si trasferisce a Villa d’Adda (Bg), dove nel 1878 nasce sua sorella Rosa Felice. Da adolescente ogni anno si reca in Svizzera come manovale per lavori stagionali, rientrando ogni volta al termine del contratto a tempo. Nel 1896 è renitente alla leva. Il 7.10.1899 a Brescia viene condannato a 4 mesi di reclusione per furto. Nel 1901 viene arrestato a Milano e nel marzo dello stesso anno arruolato nel 12° Bersaglieri di stanza prima a San Remo e poi a Brescia, dove diserta rifugiandosi in Svizzera, prima a Lugano, dove lavora alcune settimane come muratore, e poi a Basilea. Qui sposa Guglielmina Berta Schäublin, n. a Basilea nel 1882, dalla quale poi si separa e dalla quale ha avuto una figlia, Felicita, nata a Villa d’Adda il 22.12.1902 (secondo la prefettura di Milano la data della nascita è 22.12.1906) e sposata con Elia Vassalli (n. a Trezzo l’8.8.1903, impiegato di banca), con il quale nel febbraio 1938 risiede a Milano in piazza Napoli 25. Nel giugno 1902 viene arrestato a Calusco d’Adda Bg) per truffa di 2.000 lire "all’americana". Si reca poi in Inghilterra, dove assume un nome falso, quello di Angelo Bernasconi, viene espulso dopo essere stato condannato il 20.4.1906 dal Tribunale di Liverpool e 3 mesi di prigione “perché colpevole di essersi trattenuto nella strada col manifesto scopo di commettere delitti”, anche se, in una nota dei Cc di Bergamo del 4.9.1934, la motivazione della condanna viene identificata come ‘aggressione’. Il 19.11.1907, in una località estera che i Cc non sanno indicare se non con un nome evidentemente errato (Motti Lender, altrove Morttlaiden) -, subisce anche un’altra condanna a dodici mesi di lavori forzati per furto e ricettazione
Il 25.5.1922 a Los Angeles (California, Usa) sottoscrive una ‘Declaration of Intention’ – conservata nel fascicolo - per ottenere la cittadinanza statunitense. Nella dichiarazione afferma di essere giunto negli Usa il 15.11.1917, sbarcando al porto di Buffalo (Stato di New York), provenendo dal Canada, dove risiedeva a Montreal, imbarcandosi a Hamilton. Tuttavia, nonostante le pratiche in tal senso, decide di rinunciare alla cittadinanza statunitense e di rientrare in Italia. Chiede dunque il passaporto al Consolato italiano di New York, che lo rilascia il 20.11.1922. Il passaporto, conservato nel fascicolo, reca anche il visto del Consolato francese a New York per il transito in Francia, dove sbarca l’1.12.1922 a Cherbourg, per poi passare in Svizzera, a Basilea, dove si ferma circa 3 settimane alloggiando all’Hotel Starher e dove rivede la moglie e la figlia. Da Basilea si reca poi alla frontiera di Chiasso, valicata il 31.12.1922 per rientrare a Bergamo. Qui alloggia per 3 settimane all’Hotel Moderno, ma i Cc gli sequestrano una somma di 50.000 lire che poi gli viene restituita. Il 5.2.1923 si trasferisce a Villa d’Adda (Bg). Il 10.6.1923 viene segnalato a Basilea e indicato come “pericoloso anarchico”. Il 28.7.1923 viene arrestato nella sua abitazione di Villa d’Adda perché ricercato come “pericoloso comunista propagandista”, inoltre la sua abitazione viene sottoposta a perquisizione per ritrovare materiale propagandistico. L’esito della perquisizione, però è negativo: “trovato possesso non stampe sovversive ma buono tesoro cinquanta mila lire altre tremila biglietti italiani carta monetata germanica messicana”, come informa la Questura di Roma in un telegramma al Ministero dell’Interno del 31.7.1923. Il 31.7.1923 è sottoposto a interrogatorio nella Questura di Bergamo, il verbale del quale è conservato nel fascicolo. Nelle risposte alle domande del funzionario di Ps, Rottoli respinge l’accusa di essere comunista, dichiarandosi in perfetta sintonia con il governo fascista, dice di avere conosciuto comunisti ma di non averne mai condiviso le idee e attribuisce al segretario del Pnf di Villa d’Adda, Esposito, l’origine della sua nomea di comunista, per vendicarsi in tal modo di Rottoli in seguito ad un contenzioso di tipo economico: “Io sono amante della tranquillità, della pace, non ho appartenuto a nessun partito, ho rispettato, e rispetto, le attuali forme di Governo, ed all’estero non ho appartenuto ad associazioni di sorta, sono stato in relazioni con comunisti ma le loro idee non le ho mai condivise. Non comprendo come mi si voglia ritenere per un sovversivo, temo che ciò si debba a malvolere verso di me del Segretario del Partito fascista di Villa d’Adda – esposito – col quale ho avuto un attrito per ragioni di cessioni di camera, tutti gli altri a Villa d’Adda mi rispettano e, quindi, non possono avere fatto accuse”. Il 7.8.1923 la Questura di Bergamo assegna a Rottoli la carta d’identità obbligatoria, conservata nel fascicolo, quale “pregiudicato per tentata truffa, renitente, disertore, sospetto comunista”. Nel frattempo la Questura di Bergamo scopre che Rottoli in Inghilterra usava degli pseudonimi, pertanto lo convoca di nuovo il 16.8.1923 per essere interrogato. A precisa domanda, risponde che “effettivamente in Inghilterra, e precisamente a Liverpool, ove venni arrestato come sospetto borsaiolo e scontai tre mesi di prigione, assunsi il nome di Bernasconi Angelo, e, poi, di Pietro Volta, e ciò perché non si conoscesse dalla mia famiglia che ero stato arrestato”. Il 18.8.1923 viene rilasciato e gli viene restituita la cospicua somma che gli era stata sequestrata al momento del suo arresto. Nel fascicolo è conservato il certificato penale di Rottoli, rilasciato dal Tribunale di Bergamo il 16.7.1924, dal quale non risultano precedenti a suo carico. Il 15.12.1927 i Cc di Carvico (Bg) scrivono alla Questura che Rottoli, “sebbene risulta non aver precedenti penali e conduce una vita solitaria, fin da giovane emigrò all’estero ove ha ommesso truffe frequentando compagnie e persone pregiudicate, visse misteriosamente da signore senza occupazione, girando da una città all’altra senza badare a spese. Nel 1896 si rese renitente, arrestato poi a Milano per renitenza, nel 1901 disertò. Nel giugno 1902 fu arrestato in Calusco d’Adda mentre commetteva in compagnia di altro pregiudicato una truffa all’americana di L. 2000. Il 28 Luglio 1923 venne arrestato perché ricercato come pericoloso comunista propagandista”. Nel mese di agosto 1923 risiede a Villa d’Adda ma il tenore della sua vita desta sospetti: come scrivono i Cc, “prima di emigrare esercitava il mestiere di manovale e si trovava in misere condizioni economiche. Attualmente non esercita alcuna professione o mestiere. Ha acquistato un pezzo di terreno in Villa d’Adda nel quale sta fabbricando una casa del valore di oltre 50.000 lire. Conduce vita molto ritirata ed in paese non frequenta persone. Apparentemente non esplica alcuna attività politica né risulta inscritto a partiti. Le sue occupazioni giornaliere sono la sorveglianza dei lavori alla casa in costruzione e la manutenzione dell’orto ad essa adiacente che coltiva personalmente”. Il 5.12.1927 il podestà del comune di Villa d’Adda, Perico, concede il proprio nullaosta alla concessione del passaporto a Rottoli, che figura come commerciante, per recarsi in Inghilterra per ragioni di lavoro. Emigra a Londra il 12.3.1928 con un passaporto rilasciato dalla Questura di Bergamo. L’11.7.1928 i Cc di Bergamo chiedono alla Questura di avere le fotografie di due ‘sovversivi’, lo stesso Rottoli e Amleto Locatelli: “sospetti di attività informativa ai nostri danni, si prega di compiacersi far tenere per ognuno di essi N. 6 copie di dette fotografie, ai fini di facilitare la sorveglianza sul loro conto”. Il 21.7.1933 riceve a Parigi una carta d’identità francese e risulta residente nella capitale francese in rue Gosse 25. Rientrato in Italia, vive a Villa d’Adda come commerciante di mobili, dove possiede una villetta, che nel 1936 risulta affittata ad un certo Pietro Capoferri. Iscritto in RF il 12.4.1937 con il n. 03787. Rientra in Italia da Bardonecchia il 30.7.1938 con un passaporto rilasciato il 6.5.1930 dal Consolato generale d’Italia a Parigi e rinnovato ogni anno fino al 1938. Iscritto in RF, è residente a Milano in via Marco d’Oggiono 9. Nel dicembre 1937, presso lo studio del notaio Tombini di via XX Settembre a Bergamo, Rottoli dona alla figlia la casa di Villa d’Adda da lui fatta costruire e fino a quel momento amministrata proprio dalla figlia. Questa, interrogata sul padre nel gennaio 1938, riferisce di ritenerlo residente a Marsiglia o a Montecarlo. Il 5.4.1940 viene diramata dal Ministero dell’Interno la richiesta di revoca dell’iscrizione in RF. Il 22.4.1940 la Prefettura di Milano comunica a quella di Bergamo e al Cpc che Rottoli, allontanatosi da Milano l’1.3.1940, non era ancora stato rintracciato, ma il 5.4.1940 la Questura di Bergamo si era rivolta al Ministero dell’Interno – Servizio Rubriche di Frontiera, per la richiesta di revoca dell’iscrizione di Rottoli sulla RF “per rimpatrio definitivo”. In una nota del 24.9.1943 dei Cc di Bergamo indirizzata alla Questura, tuttavia, si afferma che Rottoli si trova ancora a Londra, ma l’affermazione si basa solo sulla concessione del passaporto nel 1928: evidentemente i Cc non hanno verificato presso la Questura le informazioni che questa ha già a propria disposizione, dato che Rottoli è rientrati in Italia nel 1938. Nel fascicolo sono conservate, oltre alle sue impronte digitali, anche 4 fotografie, molto probabilmente scattate nella stessa seduta ma con pose diverse. Inoltre, è conservato il suo passaporto con l’indicazione ufficiale del mestiere svolto da Rottoli, quello di cuoco. Cpc, b. 4470, 1923-1940.
(G. Mangini)