Salvi Bonaventura


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n. busta
105
n. fascicolo
3157
Primo estremo
1936
Secondo estremo
1940
Cognome
Salvi
Nome
Bonaventura
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1901/08/17
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
contadino
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Berbenno (Bg) il 17.8.1901, contadino, sposato, senza figli. Antifascista, viene condannato il 22.4.1936 a 2 anni di carcere dal Tribunale Speciale per aver vilipeso la Milizia: “Le Camicie Nere sono le più schifose che ci sono”. Detenuto nella casa penale di Castelfranco Emilia, è liberato per amnistia e indulto nel febbraio 1937. Nel 1940 è ancora a Berbenno. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. (G. Mangini)
Familiari
Salvi Bortolo (padre)
Nato nel 1871, contadino.
Locatelli Luigia (madre)
Salvi Battista (fratello)
Nato a Berbenno il 14.11.1888, l’8.12.1914 si sposa a Berbenno con Teresa Todeschini.
Salvi Carlo (fratello)
Nato a Berbenno il 24.6.1897.
Salvi Luigi (fratello)
Nato a Berbenno il 10.9.1899.
Luoghi di residenza
Berbenno Lombardia Italia (1901 - )
Fatti notevoli
1936 - 1936
Dichiara pubblicamente che “Le Camicie Nere sono le più schifose che ci sono”.
Sanzioni subite
carcere (1936/04/22 - 1937)
Condannato il 22.4.1936 a 2 anni di carcere dal Tribunale Speciale, detenuto nella casa penale di Castelfranco Emilia, liberato per amnistia e indulto nel febbraio 1937.
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Documentazione allegata
fotografie private