Salvi Serafino

n. busta
105
n. fascicolo
3173
Primo estremo
1936
Secondo estremo
1942
Cognome
Salvi
Nome
Serafino
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1895/03/30
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
muratore boscaiolo esercente locale pubblico
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bedulita (Bg) il 30.3.1895, domiciliato a Valsecca (Bg), muratore, boscaiolo, antifascista. Ha svolto il servizio militare come carabiniere. Emigra in Francia con la famiglia nel 1921. Risiede a Longlaville, rue d’Alsace Lorraine, dove gestisce un piccolo locale pubblico, il ‘Café du progrés’. É sposato con Maria Luigia Arosio detta Gina ed è in attesa di acquisire la cittadinanza francese. Il 14.7.1936 viene notato dal fiduciario del Console italiano di Nancy, mandato alla manifestazione del Fronte Popolare a Longwy-Haut per identificare il maggior numero possibile di antifascisti italiani e denunciarli alle autorità nazionali. Oltre a Salvi, che si trova alla testa del corteo accanto al vessillo rosso mentre canta ‘Bandiera rossa’, vengono identificati i bergamsschi Angelo Alessio Pinessi e Giulio Antonio Polotti. Vengono inoltre identificati Andrea Casamassima (n. Barletta, Bari, il 11.10.1912, residente a Longlaville, rue de la Cokerie 24), nel gruppo che canta ‘Bandiera rossa’ mentre grida "O Mussolini va in prigione o noi facciamo la rivoluzione", Gino Mingarelli (di Antonio e Annunziata Leporoni, n. Genga, Ancona, residente a Longlaville), che canta ‘Bandiera rossa’ e grida "Abbasso Mussolini, abbasso il fascismo", Bachisio Altana (di Paolo e Maria Cosseddu, n. Bolotana, Nuoro, il 11.7.1900, residente a Mont Saint Martin, rue de Thionville), che partecipa alla manifestazione con cravatta rossa “dandosi delle arie importanti, il che lascia supporre fosse almeno un sottocapo di qualche entità. Sembra abbia persino preso la parola”, come riporta la nota riservata del 10.10.1936 del Ministero dell’Interno riferendo una nota del Console italiano di Nancy). Tra i nominativi segnalati, infine, compare anche quello di un altro bergamasco, Bortolo Bonassi, il cui nominativo, però, in una successiva nota dei Cc di Bergamo del 6.11.1936 alla Questura viene correttamente rettificato: si tratta infatti di Bartolomeo Del Carro, sposato con Ester Maria Bonassi (di Antonio e Maria Lorenzi, n. Calcinate il 29.8.1895), dati che spiegano la confusione dei funzionari consolari, i quali hanno confuso il cognome di Del Carro con quello della moglie. Salvi viene iscritto in RF nel gennaio 1938 per perquisizione e segnalazione. Cpc, b. 4553, 1936-1942. (G. Mangini)
Familiari
Salvi Giovanni (padre)
Nato nel 1846, contadino analfabeta.
Todeschini Serafina (madre)
Arosio Maria Luigia, detta Gina (moglie)
di Angelo e Maria Gotti, n. Almenno S. Salvatore il 24.4.1893,
Salvi Maria Serafina (sorella)
Nata a Bedulita il 18.11.1884, si sposa a Berbenno il 29.3.1908 con Bortolo Salvi.
Salvi Antonio (fratello)
Nato a Bedulita il 6.4.1889.
Luoghi di residenza
Bedulita Lombardia Italia (1895 - ) Valsecca Lombardia Italia ( - 1921) Longlaville Grand Est Francia rue d'Alsace Lorraine (1921 - )
Fatti notevoli
1936/07/14 - 1936/07/14
Il 14.7.1936 viene notato dal fiduciario del Console italiano di Nancy, mandato alla manifestazione del Fronte Popolare a Longwy-Haut per identificare il maggior numero possibile di antifascisti italiani e denunciarli alle autorità nazionali. Oltre a Salvi, che si trova alla testa del corteo accanto al vessillo rosso mentre canta ‘Bandiera rossa’.
Relaz. con altri soggetti
Pinessi Angelo Alessio (antifascista)
ASBg, Sovversivi
Polotti Giulio Antonio (comunista)
ASBg, Sovversivi
Casamassima Andrea (comunista)
ACS, Cpc, b. 1134
Mingarelli Gentile (socialista)
ACS, Cpc, b. 3299
Mingarelli Ginesio (antifascista)
ACS, Cpc, b. 3299
Altana Bachisio (antifascista)
ACS, Cpc, b. 78
Del Carro Bartolomeo (antifascista)
ASBg, Sovversivi
In rubrica di frontiera
Informazioni
1938
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 4553, Fascicolo