Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Quarona Sesia, frazione di Borgosesia (Vc) il 21.11.1900. Nel 1914 con la famiglia si trasferisce a Novara, dove si diploma geometra. Emigra in Francia intorno al 1920. Nel 1923 emigra da solo in Argentina, forse a Cordoba. Rientra in Italia nel 1926 raggiungendo la famiglia, che intanto si è trasferita a Bergamo dal 16.9.1924, composta dal padre che, rimasto vedovo, si risposa con Maria Vercella Marchese (n. a Coggiola il 15.9.1878) e dalla sorella Paolina (n. a Novara il 21.12.1915). I tre abitano in via San Bernardino 72. A Bergamo vive anche la sorella maggiore, Livia (n. a Quarona l’8.2.1910), sposata con l’orefice Antonio Recalcati, che vive in via XX settembre 37. Dal momento dell’arrivo, Sartorio resta a Bergamo fino al 30.4.1928, quando si trasferisce a Roma in via dell’Umiltà 43. Nella capitale, dove lavora come assistente per la ditta Puricelli, ottiene il passaporto per l’estero, rilasciato il 18.5.1928 dalla Questura locale e valido per Spagna, Svizzera e Francia. Il 13.7.1928 lascia Roma per Bergamo da dove poi raggiunge la Spagna. In seguito si trasferisce in Francia, a Tolone. Nel marzo 1930 viene espulso dalla Francia ed entra in Spagna il 19.3.1930. Il 6.7.1930 raggiunge Madrid, dove si stabilisce in calle Costantino Rodriguez 7. Secondo la sua versione dei fatti fornita all’Ambasciata italiana in Spagna, la ragione dell’espulsione dalla Francia sarebbe la sua appartenenza al direttorio del fascio di Tolone e il sospetto di essere un informatore dello stesso Consolato fascista di Tolone. Nel 1932 o 1933 si sposa con una cittadina francese, Luciana Rochat detta Lulù, dalla quale ha un figlio, Aldo, nato a Bordighera il 9.7.1934, dove i coniugi Sartorio si erano recati per un breve soggiorno. Rientrato a Tolone, il 23.12.1936 dal Consolato gli viene rilasciato un nuovo passaporto in sostituzione di quello in suo possesso al momento dell’ingresso in Spagna, fornito nel 1928 dalla Questura di Roma. Il nuovo passaporto in seguito viene rinnovato dallo stesso Consolato italiano di Tolone, prima il 23.2.1938 e poi il 10.5.1939, con validità per la Svizzera e la Francia, estesa poi alla Spagna dopo autorizzazione telegrafica dal Ministero degli Esteri italiano giunta il 9.5.1939. Espulso nuovamente dalla Francia nell’aprile 1939, si reca in Spagna, mentre la moglie risiede con il figlio a Marsiglia presso una sorella in rue Grignan 15. Il 10.11.1939 ottiene il visto di uscita dalla Spagna per recarsi in Italia via Barcellona, poi rientra in Spagna. A Madrid alloggia all’hotel ‘Darde’, dichiarando di lavorare per conto della C.L.I. – Compagnia Lirica Italiana, per conto della quale sarebbe componente dell’ufficio stampa. É iscritto nella RF con la richiesta di segnalare il suo eventuale passaggio. Rientra in Italia il 18.1.1940 tramite lo scalo marittimo di Genova e da qui a Bergamo, dove risiede in via Baschenis 7 presso l’affittacamere Elisabetta Wischensturer, poi in via XX Settembre 37, presso il cognato Antonio Recalcati. A Bergamo trova lavoro presso il burrificio Algarotti di via Baschenis 1. Il 12.3.1940 il Comando Supremo del Servizio Informazioni Militare – SIM di Milano restituisce alla Questura di Bergamo il passaporto di Sartorio affinché gli venga riconsegnato dopo che gli era stato ritirato per accertamenti. Il passaporto era stato rilasciato dal Consolato di Tolone, rinnovato il 10.11.1939 da quello di Madrid con validità fino al 9.11.1940. Per questo, prima di dar luogo ad un ulteriore rinnovo, il SIM chiede alla Questura di Bergamo di essere informato. Viene inoltre chiesto di effettuare stretta vigilanza su Sartorio, inserito in RF. La richiesta di informazioni viene ribadita il 16 luglio successivo. In precedenza, tuttavia, il 20.4.1940 la DGPS - AGR del Ministero dell’Interno aveva trasmesso alle Prefetture di Novara, Vercelli, Bergamo e alla Questura di Roma il rapporto ricevuto il 26.3.1940 dall’Ambasciata di Madrid. Tale rapporto, oltre a ricostruirne i movimenti, avanza l’ipotesi che Sartorio possa essere una spia al servizio delle autorità francesi, dato che il comandante del piroscafo ‘Franca Fassio’, durante una sosta forzata a Marsiglia nel tragitto Genova-Barcellona, nota che Sartorio, "dopo avere avuto un breve colloquio con un funzionario di quella Prefettura di Polizia, fu l’unico passeggero che venne autorizzato a sbarcare e trattenersi in territorio francese". Questa segnalazione era stata già effettuata dal Ministero dell’Interno il 18.1.1940, dato che, per i suoi frequenti viaggi tra Barcellona e Genova, ogni volta che Sartorio è a bordo il piroscafo è costretto a deviare la rotta per subire un controllo da parte francese nelle proprie acque territoriali e, in tale circostanza, ‘viene trattato con particolare deferenza da quelle autorità’. Dall’aprile 1940 si impiega presso lo stabilimento chimico S.A.B.O. di via L. Lotto n. 4 a Bergamo, di proprietà di Corrado Bottazzi. Il 29.6.1940 viene arrestato da agenti del Centro Spionaggio Militare e Servizi Speciali (C.S.M.S.S.) di Milano per il sospetto di spionaggio militare a favore della Francia ma, non essendo emersi elementi sfavorevoli a suo carico, il 3.7.1940 è liberato dal carcere. I suoi spostamenti vengono attentamente sorvegliati dalla polizia fascista. L’11.10.1940 la Questura di Vercelli segnala a quella di Bergamo che Sartorio ha visitato alcuni parenti a Quarona Sesia e a Cellio (Vc) nei giorni a cavallo del ferragosto precedente. È iscritto al sindacato dei lavoratori dell’industria chimica e al Pnf da molti anni, ma nel giugno 1941 non è in possesso della tessera: l’ultima gli è stata rilasciata nel 1938, poi si è recato in Francia e non ha rinnovato l’iscrizione, che richiede al momento del rientro in Italia. Per questo, nel suo rapporto al questore, il maresciallo di Ps Tito Calanca del 10.6.1941 ritiene Sartorio meritevole di essere radiato dallo schedario dei sovversivi "non avendo mai manifestato sentimenti contrari al Regime". Nell’aprile 1942 transita alla frontiera di Mentone andando e tornando dalla Francia, tanto che il 20.4.1942 il SIM, dopo la segnalazione del transito di Sartorio, chiede alla Questura di Bergamo se il viaggio sia stato o meno autorizzato. La risposta della Questura è del 24.4.1942: non avendo ottenuto alcuna autorizzazione per il viaggio a Mentone, Sartorio viene interrogato sul suo viaggio e lui si giustifica dicendo che si è recato a San Remo per motivi personali e da lì a Mentone per recapitare una lettera della ditta SABO-Bottazzi al capitano e notaio Raimondi di Milano, componente della Commissione d’Armistizio della zona di Mentone nonché notaio della stessa ditta Bottazzi. La spiegazione è confermata dalla ricostruzione dei suoi movimenti effettuata il 23.4.1942 dalla squadra politica della Questura, che interroga in proposito anche il titolare della ditta Bottazzi, il quale conferma la versione di Sartorio e giustifica come semplice dimenticanza il mancato avviso del viaggio alla Questura. Il questore, pungolato dalla segnalazione del SIM e infastidito dal fatto che Sartorio sia andato oltre confine senza che la squadra politica della Questura ne fosse a conoscenza, il 27.1.1940 sulla minuta della risposta al SIM scrive di suo pugno: “Squadra esercitare una maggiore e più efficace vigilanza”. Due giorni dopo, il maresciallo della squadra politica Tito Calanca risponde al questore: “d’ora in avanti verrà esercitata una maggiore vigilanza. Anche il sig. Bottazzi Corrado, proprietario della Ditta S.A.B.O. Bottazzi di questa città, nella quale è impiegato Sartorio Emilio, ha preso l’impegno, che per l’avvenire, qualora il Sartorio si allontanasse da Bergamo, avvertirà telefonicamente questo ufficio”. In una nota informativa ancora da parte del SIM dell’11.5.1942, viene precisato che Sartorio, alla richiesta di documenti al valico di Mentone ha esibito una patente automobilistica rinnovata per il 1942 dalla Questura di Bergamo, valida a tutti gli effetti per circolare in Italia e fino a Mentone. I viaggi tra Bergamo e Mentone sono frequenti. Il 29.4.1943 parte per Mentone per accompagnare la moglie e il figlio che fanno ritorno in Francia e rientra a Bergamo il 5.5.1943. Il 14.7.1943 si reca a Sanremo (Im) per ragioni di cura. Il 27.8.1943 risulta essere da giorni ricoverato all’ospedale di Calcinate (Bg). Uscito, torna a Sanremo, da dove il 9.9.1943 parte per Bergamo. La Questura di Bergamo gli rinnova il passaporto il 22.10.1943 e, con lasciapassare tedesco rilasciato a Milano il 29.10.1943, il 5.11.1943 si reca a Marsiglia, da dove ancora il 23.11.1943 non era rientrato. (G. Mangini)