Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Padova il 6.12.1904, tornitore in ferro. Abita a Limena (Pd) in via Strada Principale 112. A Padova si iscrive al Partito comunista giovanile e il 5.4.1926 partecipa a una riunione di dirigenti provinciali giovanili del Pci promossa nella città veneta dal fratello Alessandro (n. a Bassanello, a sua volta operaio e attivo nell’organizzazione giovanile comunista dal 1924. In precedenza si erano già svolte altre riunioni, tenute in casa, in aperta campagna o nelle vie periferiche di Padova. Nell’attività è coinvolto anche un altro fratello, Alberto. In seguito a segnalazione anonima i tre fratelli, insieme ad altri, vengono arrestati e incarcerati: Alessandro dall’aprile all’ottobre 1926, Mario e Alberto dal giugno all’ottobre 1926. Nel maggio 1926 Mario Savoldo, poco tempo prima di essere arrestato insieme al fratello Alberto, si era iscritto al sindacato fascista. Par parte sua, nel novembre 1926 Alessandro è nuovamente arrestato con l’accusa di aver dato luogo ad organizzazione comunista e inviato al confino per due anni (Tremiti, Ustica, Ponza). Nell’aprile 1927 i tre fratelli vengono di nuovo arrestati con la stessa accusa (Alessandro viene arrestato mentre si trova al confino) e denunciati al Tribunale Speciale, che il 13.2.1928 li processa insieme a numerosi altri militanti comunisti dell’area padovana e veneta. Mario e Alberto vengono assolti (Mario per non aver commesso il fatto, Alberto per insufficienza di prove), mentre Alessandro viene condannato a 7 anni, 2 mesi e 20 giorni di reclusione e inviato al confino, prima a Soriano nel Cimino (Vt), poi a Spoleto (Pg). Dal novembre 1938 Mario Savoldo risiede al Alzano Lombardo in via IV Novembre 4, è sposato con Santa Schiavano, ha 4 figli e lavora allo stabilimento Omar di Alzano. In seguito è operaio presso gli stabilimenti di Dalmine. Nel luglio 1941 chiede il passaporto che però non gli viene concesso. Cpc, b. 4636, fasc. 006880, 1927-1940. (G. Mangini)