Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Gandino (Bg) il 12.2.1886, sacerdote, sospetto antifascista. Dal 1911 al 1915 è curato di Serina (Bg), dal 1927 parroco di Zogno (Bg). Il 24.3.1935, durante la messa delle 9 nella chiesa parrocchiale di Zogno, don Servalli illustra e commenta la pastorale per la quaresima diramata dal vescovo di Bergamo, Luigi Maria Marelli. Le sue parole, nel rapporto dei Cc di Bergamo alla Questura di due giorni dopo, il 26.3.1935, sono giudicate come “‘non perfettamente in armonia alle direttive del Regime”. Don Servalli invita i genitori a non lasciarsi distrarre, nell’educazione dei figli, da enti e organizzazioni che si basano sullo sport, osserva che la stampa italiana, quotidiana e periodica, dedica molto spazio a questioni di scarsa importanza e poco o nessuno spazio alle cerimonie religiose e, per questo, definisce stupida tale stampa. Osserva inoltre che il significato dei fatti riportati dalla stampa è volutamente velato dai ‘dirigenti’, tanto che per capire il senso degli avvenimenti egli stesso deve leggere cinque quotidiani, per questo ritiene necessario creare una stampa religiosa. Condanna le scuole e le organizzazioni giovanili per l’attenzione dedicata all’educazione militare e fisica, per la scarsa attenzione alla cultura e la nessuna attenzione alla religione, auspicando che lo Stato favorisca il risveglio del senso morale e religioso delle popolazioni “per ottenere da queste una discendenza veramente guerriera e forte”. Critica la società moderna come eccessivamente meccanizzata, il cui progresso è fonte di superficialità di fronte alle questioni religiose, favorendo inoltre l’allontanamento dei giovani dallo studio approfondito, concludendo con un giudizio molto negativo sul senso morale e religioso del momento appunto per lo scarso contributo che proviene dalla stampa. I Cc, nel chiudere il loro rapporto, rilevano che don Servalli in precedenza non aveva mai mostrato posizioni critiche verso il fascismo. La sintesi molto articolata fornita dai Cc di Bergamo lascia intendere che alla messa celebrata dal sacerdote alle 9 di mattina del 24.3.1935 ci fossero orecchie molto attente per trasmettere così precise e solerti informazioni. In conseguenza di questo rapporto, il sacerdote viene diffidato. Pochi mesi dopo, in vista delle solenni celebrazioni per il 25° anno di sacerdozio di don Servalli previste per i giorni 9, 10 e 11.8.1935, in coincidenza con l’inaugurazione dell’oratorio annesso alla casa parrocchiale costruito con il contributo volontario della popolazione di Zogno, i Cc di Bergamo ricordano alla Questura il fatto del marzo precedente per l’ampia partecipazione prevista. La Questura risponde l’1.8.1935 chiedendo attenta vigilanza. In occasione della periodica revisione dello schedario dei sovversivi, i Cc di Zogno scrivono alla Questura che don Servalli non svolge attività contraria al regime, però “è apatico con le persone che militano nel P.N.F.”, pertanto viene espresso parere contrario alla sua radiazione perché “non ha dato alcuna prova di avere modificato le sue tendenze nei riguardi delle istituzioni del Regime”. Il maresciallo maggiore Giovanni Ponti, comandante della stazione dei Cc di Zogno, il 5.12.1939 risponde ad un breve questionario predisposto dalla Questura per la periodica revisione dello schedario dei sovversivi, scrivendo che don Servalli non è pericoloso e può essere radiato, il che avviene il 13.12.1939. Il sacerdote muore a Zogno il 22.10.1941. (G. Mangini)