Profilo sintetico riassuntivo
Nato ad Ambivere (Bg) il 25.7.1874, falegname, antifascista, risiede a Brescia. Lascia Ambivere a 3 anni con la famiglia perché il padre si trasferisce a Bergamo come casellante ferroviario. Nel fascicolo Sogliacchi viene definito come vedovo e padre di 3 figlie, in realtà gli agenti della Questura fanno confusione tra la sua situazione (ha una sola figlia, nata nel 1914 fuori dal matrimonio e riconosciuta nel 1921) e quella del fratello, che effettivamente ha 3 figli (due femmine e un maschio). L’equivoco, molto probabilmente, è dovuto al fatto che il fratello ha un nome molto simile al suo, dato che si chiama Candido Giovanni Giuseppe. Dopo un periodo di convivenza Giulio Candido si sposa con Iole Martinotti di Brescia (n. 1891), dalla quale prima del matrimonio aveva avuto ha una figlia, nata il 22.1.1914 e riconosciuta dalla madre con il nome di Silvia Ines Martinotti. Il 16.2.1921 viene riconosciuta dal padre dopo il matrimonio con Iole Martinotti. Nel corso degli anni Sogliacchi subisce numerose condanne per piccoli reati: il 3.12.1910 la Corte d’Assise di Brescia lo condanna a 5 anni e 8 mesi per omicidio preterintenzionale e porto di rivoltella (liberato con la condizionale il 20.6.1914); il 3.7.1914 la Pretura di Chiari (Bs) lo condanna a 3 mesi per furto; il 18.10.1918 il Tribunale di Brescia lo condanna a 5 mesi, 1.200 lire di multa e ad 1 anno di vigilanza speciale per spaccio di denaro falso; il 21.6.1922 la Pretura di Brescia lo condanna a 2 mesi e 5 giorni per contravvenzione alla vigilanza speciale; il 28.2.1923 la stessa Pretura lo condanna a altri 70 giorni ancora per contravvenzione alla vigilanza speciale; il 7.11.1923 la Pretura di Brescia lo condanna a 1 mese per furto; il 21.6.1927, il Tribunale di Brescia lo condanna a 6 mesi e 500 lire di multa per offese a Mussolini. Disoccupato, senza fissa dimora (passa le notti nel dormitorio pubblico di Brescia), il 16.5.1938 a Brescia il tenente Orlando Camilletti, dei Cc locali, nota Sogliacchi su una panchina di piazza Tebaldo Brusato che, ubriaco, dice di Mussolini: “lui fa i viaggi a Firenze e Genova, va a fare i discorsi, mentre noi qui si muore di fame” e lo porta in caserma. Già segnalato come antifascista nel 1936, per via dei suoi numerosi precedenti viene definito “ozioso e vagabondo dedito ai delitti contro la persona e il patrimonio”. Il 10.6.1938 la Commissione Provinciale di Brescia per le sue offese al capo del governo lo assegna al confino per 3 anni a Carlopoli (Cz), dove viene mandato il 15.6.1938. Il 10.1.1940 viene prosciolto anticipatamente dal confino e rimpatriato a Brescia, dove giunge il 31.1.1940 e alloggia al dormitorio pubblico di via S. Paolo. Muore a Brescia il 24.1.1945. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia in triplice posa. Cpc, b. 4855, fasc. 062837, 1927-1945. (G. Mangini)