Lanzani Giuseppe

n. busta
59
n. fascicolo
1771
Primo estremo
1935
Secondo estremo
1939
Cognome
Lanzani
Nome
Giuseppe
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1896/09/11
Luogo di morte
Fontanella al Piano (Bg)
Data di morte
1958/10/27
Livello di istruzione
diploma
Professione
sacerdote
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Fontanella al Piano (Bg) il 11.9.1896, sacerdote, antifascista. Ordinato prete a Cremona il 24.6.1923 dal vescovo Giovanni Cazzani (1867-1952), subito dopo l’ordinazione è vicario a Soncino (Cr), nel 1925 a Casirate (Bg), dal 1926 a Rivolta d’Adda (Cr), dove rimane fino al 1935, quando diventa parroco di Cappella de’ Picenardi (Cr). L’11.3.1937, dopo aver bevuto bevande alcooliche in un locale di Acquanegra sul Chiese (Mn), entra nella ‘Trattoria del Bersagliere’ di Canneto sull’Oglio (Mn), in quel momento senza alcun cliente, dove beve altri bicchieri di vino e conversa con la titolare del locale, Angela Vacchelli sposata Ghidotti. Il sacerdote ha con sé il quotidiano «La Voce di Mantova» e la Vacchelli, accennando alle notizie riportate dal giornale, commenta: “Il nostro Duce va all’estero ed è in viaggio” e don Lanzani, già brillo, risponde: “meno male che va, quel stupido!”. Una volta uscito il sacerdote, l’esercente lo denuncia subito ai Cc, che iniziano subito le indagini, dalle quali emerge che, dopo essere uscito dalla trattoria, il sacerdote entra anche nel locale ‘Caffè Sport’, poi prende a nolo un’automobile guidata da Ugo Zanini, vi carica sopra la propria bicicletta, si fa accompagnare a Piadena (Cr) e a Casalmaggiore (Cr), entrando in vari locali, dove il sacerdote e il suo autista bevono grandi quantità di vino. Dopo essersi fatto trasportare sulla stradale di Cremona, fino dopo l’abitato della frazione S. Antonio di Pessina". Poi, pagato il conto dell'auto e "in L. 40, aveva licenziato l’autista e rimontato sulla propria bicicletta si era allontanato in direzione di Cremona". Interrogato in proposito, come risulta dalla ricostruzione dell’intera vicenda contenuta nel rapporto inviato il 7.4.1937 dalla Prefettura di Mantova al Ministero dell’Interno, ai prefetti di Cremona e Bergamo e alla Divisione Culti di Mantova, don Lanzani nega ogni addebito a proposito della frase che avrebbe detto all’esercente della ‘Trattoria del Bersagliere’ e, per il resto, risponde che “essendo alquanto brillo per gli alcoolici ingeriti a Piadena, dove si recò dopo Canneto, non ricorda quello che fece quella sera”. La Questura di Cremona, nel suo rapporto del 2.4.1937 al prefetto di Mantova e di Cremona e alla Questura di Bergamo, attenua la portata politica delle informazioni raccolte sul sacerdote, per dare invece maggior rilievo alla sua figura umana e sacerdotale: “Il Don Lanzani è indicato come individuo molto intelligente ma nevrastenico, deluso dalla residenza dove egli dichiarava di trovarsi come confinato, che passa con facilità e senza particolare motivo da una predica di intonazione patriottica ad apprezzamenti e critiche ostili. (Durante la campagna etiopica tenne discorsi altamente patriottici, tanto da essere lodato). Non è edito all’alcool, pur piacendogli bere qualche bicchiere di vino. A Cappella de’ Picenardi non consta che abbia abitudini e relazioni in contrasto con la sua missione, ma da quello che è avvenuto l’11 corrente (recte: l’11 marzo), come dalle scappate frequenti che egli fa a Mantova (lettera 3 aprile 1936 n° 06199 di cotesto Ufficio) è da presumersi che sia poco adatto alla missione sacerdotale e particolarmente a quella di Parroco”. La Prefettura di Mantova invece, nel rapporto citato e basato sulle testimonianze della Vacchelli e dello Zanini, sottolinea soprattutto l’aspetto politico dei fatti relativi al sacerdote, rilevando che “egli va compiendo atti che non lasciano dubbi sui suoi sentimenti politici. Il 28 febbraio u.s., lamentandosi con delle madri per la scarsa frequenza di giovani al catechismo avrebbe detto che mentre esse sono pronte quando arriva qualche ‘macaco’ in divisa da Cremona, sono invece negligenti nella cura dei loro figlioli. Successivamente, avendo appreso che era stata ritirata la tessera ad un fascista del 1921, che si era lasciato sfuggire commenti sfavorevoli alle direttive politiche del regime, avrebbe detto che egli stimava detto giovane più di prima. Contestatigli questi ultimi addebiti, egli li ha recisamente negati”. Il 10.4.1937 viene sollevato dall’incarico di parroco di Cappella de’ Picenardi e inviato in una casa di cura religiosa in provincia di Como. Dimesso nel corso del 1938, si trasferisce a Cremona, dove diviene mansionario nella Chiesa Cattedrale e risiede presso l’oratorio di via Sicardo 7. Nel 1948 viene nominato Parroco Amministratore ad Acqualunga Badona, frazione del comune di Paderno Ponchielli (Cr), nel 1950 ritorna a svolgere il ruolo di mansionario presso la Chiesa cattedrale di Cremona. Nel 1955 è residente nell’ospedale di Sospiro (Cr). Muore a Fontanella al Piano il 27.10.1958. (G. Mangini)
Familiari
Lanzani Giovanni (padre)
Nato nel 1860, possidente.
Denti Francesca (madre)
Lanzani Carolina Maria (sorella)
Nata a Fontanella al Piano il 24.8.1885.
Lanzani Silvio Giuseppe (fratello)
Nato a Fontanella al Piano il 29.12.1886, morto il 13.1.1889.
Lanzani Livio Daniele Giuseppe (fratello)
Nato a Fontanella al Piano il 20.3.1888.
Lanzani Giuseppa Angela Maria (sorella)
Nata a Fontanella al Piano il 3.1.1890.
Lanzani Luigi Giuseppe (fratello)
Nato a Fontanella al Piano il 21.6.1891.
Lanzani Agnese Maria (sorella)
Nata a Fontanella al Piano il 13.4.1893.
Lanzani Armella Domenica (sorella)
Nata a Fontanella al Piano l’11.1.1895.
Lanzani Virginia (sorella)
Nata a Fontanella al Piano il 22.10.1898.
Lanzani Achille Salvatore (fratello)
Nato a Fontanella al Piano l’1.7.1900.
Luoghi di residenza
Fontanella al Piano Lombardia Italia (1896 - 1924) Rivolta d'Adda Lombardia Italia (1924 - 1934) Capella de' Picenardi Lombardia Italia (1934 - 1937) Cremona Lombardia Italia (1938 - )
Fatti notevoli
1937/03/11 - 1937/03/11
L’11.3.1937 entra nella ‘Trattoria del Bersagliere’ di Canneto sull’Oglio (Mn), dove beve vino e conversa con la titolare del locale, Angela Vacchelli. Il sacerdote ha con sé il quotidiano «La Voce di Mantova» e la Vacchelli, accennando alle notizie riportate dal giornale, commenta: “Il nostro Duce va all’estero ed è in viaggio” e don Lanzani, già brillo, risponde: “meno male che va, quel stupido!”.
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no