Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Romano di Lombardia l'1.4.1905, bracciante, operaio, comunista. Anche suo fratello Enrico Paolo è inserito nell'elenco dei sovversivi (b. 101). Nel fascicolo sono contenuti solo le copie dell’iscrizione in RF e BR del 1938 (ma che erano già attive dal 1933), sulle quali è segnata la data della revoca formale delle ricerche, avvenuta del 1947. Per un profilo completo della sua ricca biografia vanno consultati il libro di Matteo Cefis 2013, pp. 41-42) e il sito dell’Aicvas, con ulteriori rimandi archivistici e bibliografici (https://www.antifascistispagna.it/?page_id=758&ricerca=3386). Nel Fondo Aicvas dell'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia di Milano, serie Pratiche Personali, è presente un fascicolo a suo nome.
Il padre di Suardi, operaio, muore nel 1906 quando lui non ha ancora compiuto un anno. Nel 1918, a 13 anni, per poter vivere Emilio interrompe la scuola e cerca lavoro. Viene assunto in un’impresa di costruzioni per la manutenzione delle ferrovie statali il cui direttore è Giuseppe Viola. Nel 1930 emigra in Francia, lavora come operaio, frequenta organizzazioni sindacali operaie e si iscrive al Partito comunista, mentre è ritenuto anarchico dalla polizia fascista. Nel 1932 viene arrestato a Lione: espulso dalla Francia, riesce a nascondersi e a rimanere. Nel 1933 viene iscritto in RF e BR. Nell’estate del 1936, allo scoppio della guerra civile, si trasferisce in Spagna, dove partecipa ai primi combattimenti, viene ferito a Boadilla e, ristabilitosi, dopo ls ritirata di Caspe torna al fronte e diviene commissario politico della XII Brigata Internazionale ‘Garibaldi’ dal 2.4.1938 al 28.12.1938. Rientra a Parigi nel febbraio 1939, viene arrestato e poi rilasciato. Si trasferisce a Grenoble, dove contribuisce all'organizzazione di alcuni nuclei di Francs Tireurs et Partisans, svolgendo importanti incarichi di collegamento tra il Centro di Lione del suo partito e la Resistenza francese. Rientra in Italia dopo la caduta del fascismo, partecipa alla Resistenza nell’area parmense come commissario politico del Comando unico militare partigiano del Nord Emilia e componente del triumvirato insurrezionale. Il suo nome di battaglia è Rino. Nel febbraio 1945, durante un trasferimento in auto verso Torino, nel novarese viene gravemente ferito dal fuoco di una pattuglia partigiana, che aveva erroneamente ritenuti fascisti gli uomini a bordo dell’auto. Operato, si salva a stento. Nel giugno 1945 è nominato segretario della federazione dl Pci di Bergamo. In seguito svolge importanti incarichi politici in diverse aree del paese. Si sposa con Alma Tovo, nata ad Aulla (Mc) nel 1917, dalla quale ha la figlia Carla. Radiato da RF e Br il 24.7.1947. Dopo il 1967 le sue non buone condizioni di salute lo inducono a rientrare a Romano di Lombardia, dove muore il 4.2.1983. (G. Mangini)