Bertoni Vitale


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n. busta
12
n. fascicolo
367
Primo estremo
1937
Secondo estremo
1944
Cognome
Bertoni
Nome
Vitale
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1897/02/12
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
venditore ambulante garzone
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato nella frazione Scannabue del comune di Palazzo Pignano (Cr) il 12.2.1897, residente a Caravaggio (Bg) in via Bianchi 7, venditore ambulante, sovversivo. Partecipa alla prima guerra mondiale nel 3° Reggimento Alpini e dopo il conflitto si iscrive all’associazione degli ex-combattenti. Sposato con Antonia Vanazzi, è padre di Assuna, Maria, Carlo e Giuseppina Angela. Il 15.4.1937 Bertoni si trova a Verdello (Bg) per lavoro e conversando con Giovanni Paratico (di Pietro e Maria Cattaneo, n. il 24.5.1891) e Giuseppe Marchini (di Giovanni e Antonia Vitali, n. il 19.4.1901), entrambi contadini nati e residenti a Verdello. Nel corso della conversazione Bertoni parla anche della guerra di Spagna e non si trattiene dall’esprimere posizioni antifasciste: “Sembra che vada male, i rossi in Spagna vincono e le camicie nere italiane che laggiù combattono passano volentieri ai rossi perché si sta molto più bene. Anche in Italia ci sono molti Fascisti – quasi più della metà – che se vedessero un piccolo cambiamento, farebbero presto a gettare via il loro distintivo. In Italia hanno fatto male a creare i podestà perché si mangiano i milioni ed in special modo quello di Caravaggio, che non ha saputo governare i suoi soldi ed ora li sta mangiando al comune. Prima dell’avvento del fascismo si stava molto più bene ed ora tante famiglie alla sera vanno a letto senza mangiare. Forse sarà un galantuomo il duce più di me, ma tutti i suoi dipendenti in giro, sono tutti ladri, non ne fanno una giusta. Anche per costruire la sede del fascio di Caravaggio hanno speso circa lire 160.000-180.000 che potevano farne a meno, sono tutti soldi sprecati. Cosa sono andati a fare in Abissinia a prendere quei terreni là, a dar da mangiare a quella gente che non ne abbiamo neppure per noi qui. Anche durante la guerra europea cosa abbiamo fatto noi che ci hanno solo lasciato prendere tutti i posti inutili, che non ci fruttano nulla e che abbiamo solo preso della gente da darci da mangiare, ed ottenuto un forte aumento di tutte le tasse”. I suoi interlocutori lo invitano a tacere, ma poi riferiscono ai Cc e al podestà di Caravaggio le sue affermazioni, come risulta dalla loro testimonianza, rilasciata il 17.4.1937 e conservata nel fascicolo in copia dattiloscritta. Fermato dai Cc di Caravaggio, portato nella Sotto-prefettura di Treviglio (Bg) e interrogato, Bertoni fornisce una versione diversa dell’accaduto. Ammette infatti di aver detto qualcosa sulla Spagna, osservando che alla battuta di Paratico sul fatto che in Spagna le cose non andavano molto bene, “io risposi: Io non so come va perché non leggo i giornali, però si dice che tengano duro”. Riguardo alle sue parole sulla Grande guerra, afferma di aver detto che la vittoria ha portato alla conquista solo di “monti improduttivi. Dopo anziché stare meglio, le tasse sono state aumentate”. Ammette anche la frase: “Prima, quando nei comuni c’erano i sindaci, avevamo la garanzia di essere bene amministrati perché accanto al sindaco c’erano i consiglieri e gli assessori comunali; oggi che ci sono i Podestà, quello che loro fanno, anche se è sbagliato, resta tutto ben fatto”. Bertoni viene considerato una persona seria, laboriosa e di buona condotta, ma viene lo stesso arrestato sulla base della considerazione che i due testimoni non hanno motivo di mentire perché sono fascisti:(Paratico è iscritto al Pnf dal 1921 ed è membro del direttorio fascio di Verdello, mentre Marchini è stato iscritto al Pnf dal 1923 al 1931 ed è in attesa di essere riammesso. Su indicazione proveniente dal Ministero dell’Interno con un telegramma del 4.5.1937 e il giorno stesso diffidato. Da questo momento viene continuamente sorvegliato ed è oggetto di rapporti trimestrali da parte dei Cc di Treviglio. Il 24.10.1938 prende parte alle “manifestazioni patriottiche” nell’anniversario della marcia su Roma e per questo viene ritenuto meritevole di radiazione, che però non viene effettuata. Il 28.6.1941 ottiene il nulla osta dalla Prefettura di Bergamo per la concessione del passaporto per la Germania per motivi di lavoro. In realtà Bertoni non si reca in Germania e nell’ottobre 1941 risulta lavorare come garzone lattivendolo presso lo spaccio cooperativo di Caravaggio. Rimane sorvegliato fino al 1943. Nel fascicolo sono conservate 6 copie di una sua fotografia in doppia posa. (G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Bertoni Angelo (padre)
Nato nel 1861, rivenditore.
Zacchetti Pasquina (madre)
Nata nel 1865, cucitrice.
Bertoni Dionigi Vitale (fratello)
Nato a Scannabue il 24.1.1895.
Vanazzi Antonia (moglie)
Nata a Scannabue 4.6.1898, morta a Caravaggio l’8.9.1970.
Bertoni Assunta (figlia)
Nata a Scannabue il 20.6.1921.
Bertoni Maria (figlia)
Nata a Scannabue il 28.5.1923.
Bertoni Carlo (figlio)
Nato a Scannabue il 23.2.1925.
Bertoni Giuseppina Angela (figlia)
Nata a Palazzo Pignano l’8.1.1930.
Luoghi di residenza
Palazzo Pignano Lombardia Italia frazione Scannabue (1897 - ) Caravaggio Lombardia Italia
Fatti notevoli
1937/04/15
Il 15.4.1937 a verdello, parlando con due fascisti, esprime valutazioni critiche nei confronti del fascismo e per questo viene denunciato.
Sanzioni subite
diffida (1937/05/04 - )
Relaz. con altri soggetti
Paratico Giovanni (antifascista)
Marchini Giuseppe (antifascista)
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Documentazione allegata
foto segnaletica polizia