Profilo sintetico riassuntivo
Originario di Sovere, è nato in Francia, a Auboué (dipartimento Meurthe-et-Moselle, regione Lorena) l’1.4.1908. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Il 12.9.1938 la Direzione Generale di Pubblica Sicurezza scrive al Prefetto di Bergamo trascrivendo un dispaccio del Consolato Generale italiano di Parigi del 23 agosto che dice: “Il 18 agosto corrente si è presentato al regio Consolato Generale d’Italia in Parigi un individuo che, qualificatosi per Bonetti Francesco, ha chiesto che gli sia rilasciato un passaporto valido per gli Stati Uniti d’America del Nord, dove in precedenza risiedeva. Il sedicente Bonetti cammina aiutandosi con stampelle perché mutilato della gamba sinistra di cui ha soltanto un troncone. Interrogato, dopo esitazioni e reticenze, ha confessato di essere stato ferito in Spagna combattendo nelle formazioni sovversive americane accorse in aiuto ai rossi. Ha affermato di avere lasciato gli Stati Uniti nel giugno del 1937 con passaporto rilasciatogli dal Regio Vice Console in Los Angeles, di essere giunto in Spagna nel luglio successivo e di avere la madre a Lovere (Bergamo). Ha dichiarato ancora che il passaporto gli era stato ritirato dagli spagnoli e di avere avuto dal locale Consolato degli Stati Uniti promessa che il visto di ritorno nella confederazione non gli sarebbe stato negato. Il Bonetti ha promesso che avrebbe presentato alcune sue fotografie. Si segnala intanto che trattasi di individuo alto all’incirca 165 centimetri, biondo con calvizie incipienti, colorito roseo, occhi chiari, viso regolare, di costituzione piuttosto agile che robusta. Se presenterà le fotografie non si ometterà di trasmetterne una, come di solito, al Regio Ministero dell’Interno. Ciò premesso si prega codesto Regio Ministero di compiacersi comunicare se questo Consolato generale possa accogliere la domanda e se, in caso favorevole, possa concedersi il passaporto con validità estesa agli Stati Uniti dell’America del Nord”. Il testo si conclude con la richiesta di informazioni eventuali su Bonetti in sede bergamasca. Le ricerche su di lui e la sua famiglia iniziano subito, ma per un errore di identificazione della località di provenienza della famiglia, ancora nell’ottobre si cercano parenti a Lovere e non a Sovere, luogo d’origine della famiglia. Con un dispaccio da Roma alle autorità di frontiera del novembre 1938 a firma del capo della polizia fascista Arturo Bocchini, viene disposto l’arresto di Bonetti qualora entrasse in Italia. In realtà Bonetti, dopo essersi presentato al Consolato Generale d’Italia a Parigi per chiedere il passaporto per gli Usa, non ritorna alla sede consolare perché non si fida e preferisce tentare il rientro negli Stati Uniti senza attendere oltre, chiedendo direttamente al Consolato americano a Parigi, che gli concede il visto d’ingresso come immigrato. Il 19.9.1938 ritorna negli USA, incluso nella quota di nuovi immigrati. All’arrivo viene detenuto a Ellis Island e presenta domanda di residenza permanente, già inoltrata prima di recarsi in Spagna. La richiesta viene però respinta dal Dipartimento di Giustizia statunitense, avendo Bonetti ammesso di aver fatto parte del Partito Comunista americano dal 1932 al 1936. Intanto, il 21.1.1939 la Direzione Generale di Ps informa il prefetto di Bergamo che i parenti di Bonetti non sono di Lovere bensì di Sovere, al cui Comune viene richiesto il certificato di nascita. I Cc di Sovere il 21.2.1939 inviano al prefetto di Bergamo una nota informativa sulla famiglia Bonetti, dalla quale risulta che lo stesso Bonetti non è mai stato in Italia. Sua madre nel 1909 lo aveva lasciato in Francia con il marito ed era rientrata a Sovere per dare alla luce un altro figlio, Giacomo (nato a Sovere il 25.3.1910), per poi tornare in Francia con il neonato. Francesco Bonetti, che in Francia viene chiamato François, ha modo di conoscere da vicino l’ambiente degli emigrati in Francia, prevalentemente costituito da operai soprattutto italiani e polacchi, tra i quali sono numerosi i simpatizzanti dei movimenti socialisti. Da bambino assiste, tra l’altro, all’ingresso dei soldati tedeschi in Francia all’indomani dell’inizio della prima guerra mondiale e, alla fine della guerra, assiste all’arrivo dei soldati americani. Il padre di Bonetti, minatore, muore in Francia nel 1922. In seguito a ciò la madre torna a Sovere, in via Ospedale, con le figlie Angelina (nata ad Auboué il 25.8.1912, poi sposata in Francia con un certo Fery), Marietta (poi sposata Cecca) e Giulia (poi sposata Lombardi), nate ad Auboué nel 1918 e nel 1921, che trovano lavoro come filatrici. Per parte sua, alla morte del padre il quindicenne Bonetti nel 1923 si imbarca da Le Havre insieme allo zio Daniele Bonetti (nato a Sovere il 23.2.1893) alla volta degli Usa, dove viene chiamato Frank. Ottiene il permesso di residenza nel novembre 1923. Lavora in Pennsylvania come minatore e operaio, si sposta a Detroit, entra in contatto con la composita classe operaia americana, costituita da uomini che provengono da tutte le parti del mondo. In seguito alla grande depressione si trasferisce in California. Trova lavoro come operaio a Los Angeles, dove nel 1932 entra nel Partito Comunista americano, impegnandosi soprattutto nell’ambito dell’organizzazione sindacale e dell’assistenza ai disoccupati. Per la sua posizione politica comunista viene attentamente controllato dalle stesse forze sindacali, oltre che dalle forze di polizia. Lasciata Los Angeles, nel periodo 1935-1936 lavora come operaio agricolo nelle campagne californiane. Allo scoppio della guerra civile spagnola si arruola volontario nelle Brigate Internazionali, raggiungendo la Spagna nell’estate del 1937 dopo aver attraversato gli Stati Uniti da Los Angeles a New York, da dove si imbarca per Le Havre. Superato il confine con la Spagna e terminato un breve periodo di addestramento ad Albacete, sede organizzativa dei volontari in arrivo da tutto il mondo, viene aggregato al Battaglione Abramo Lincoln, nel quale assume, da sergente, anche il comando di alcune operazioni militari. Combatte soprattutto a Teruel e a Belchite, dove nel marzo 1938 viene ferito alla gamba sinistra, che gli viene amputata dal ginocchio. Deve aspettare alcuni mesi prima di lasciare la Spagna alla volta di Parigi. Benché in Francia risiedesse, tra gli altri, la famiglia del fratello Giacomo, Bonetti non si mette in contatto con lui per non rischiare di comprometterne, con la propria vicenda, la famiglia. A Parigi chiede il passaporto per gli Stati Uniti al Consolato italiano, che però tergiversa. Per rientrare negli USA, come detto sopra, si rivolge allora al Consolato statunitense, che gli consente il rientro negli Usa. Nel frattempo, la Direzione Generale di Ps, ignorando che Bonetti è già rientrato in America con un visto statunitense, con una nota del 7.3.1939 si dice contraria a rilasciargli il passaporto e dispone l’inserimento del suo nome in BR, che avviene il 3.5.1939. I Cc di Clusone il 20.6.1939 informano che Bonetti non ha corrispondenza con i parenti in Italia, i quali non sanno dove si trovi. I parenti, cioè la madre e due sorelle, conducono “buona condotta morale e politica”, le sorelle sono occupate presso il filatoio ‘Abegg’ e vengono vigilate per ottenere eventuali notizie sul fratello. Per tutto il 1939 e fino al dicembre 1940 i famigliari non hanno notizie di Francesco, ma in una nota dei Cc di Clusone del 20.12.1940 indirizzata alla Questura di Bergamo, è scritto che “il sovversivo in oggetto, nato in Francia, risiede in America”. Sul foglio della nota dei Cc, in corrispondenza di questa frase, il questore appone un punto di domanda, e con ragione: non si capisce infatti da dove i Cc di Clusone abbiano tratto tale informazione, dato che per più di un anno hanno dichiarato di non aver avuto nessuna informazione su Francesco dalla sua famiglia, alla quale nel frattempo è stata sempre controllata la corrispondenza. Tale controllo viene revocato il 7.4.1941. Ancora il 12.4.1942 Bonetti viene considerato residente all’estero. Poche settimane dopo, cioè nel giugno 1942, Bonetti si sposa a Los Angeles con Faye LaDue, che è al suo secondo matrimonio ed è attiva in ambito sociale e politico. Il 27.11.1946, riorganizzando il Casellario Politico Centrale “in conformità alle disposizioni della Circolare Ministeriale n° 1/340 del 23 agosto 1945”, viene revocata la sua ricerca. Dopo reiterate domande e dopo aver rischiato di essere espulso perché sospettato di potenziali attività antiamericane in quanto aderente, nel passato, al partito comunista, soltanto nel 1958 le autorità federali americane gli concedono la cittadinanza. Bonetti, che nel frattempo ha frequentato scuole serali e ha completato la sua formazione culturale, è attivo anche nell’assistenza e nel reinserimento dei veterani della guerra civile spagnola del Battaglione Abramo Lincoln. Dopo aver lavorato in un parco regionale californiano, dal 1971 è in pensione. Tra gli anni Sessanta e Settanta recupera i rapporti con la sua famiglia d’origine, e con la moglie Faye si reca in visita ai parenti di Sovere. Il 12.8.1980 rilascia un’intervista sulla sua vicenda allo storico John Gerassi, dalla quale sono tratte le informazioni che si qui riferiscono alle sue esperienze sia in Spagna che negli Stati Uniti. Muore il 19.12.1988 a El Cerrito (California), dopo aver compiuto 80 anni. Nell' Archivio AICVAS, conservato presso l'INSMLI di Milano, ci sono alcuni documenti relativi a Bonetti nella b. 2, fasc. 14 e nella b. 17, fasc. 107, dove è conservato il passaporto di Bonetti, sequestrato al suo arrivo in Spagna. Cpc, b. 724, 1938-1941, scheda biografica. (R. Vittori, G. Mangini)