Profilo sintetico riassuntivo
Nato e residente a Lenna (Bg) il 16.8.1901, esercente di un’osteria con la madre, socialista massimalista. Il 28.3.1924 viene rinvenuta a Sovere (Bg) una lettera, evidentemente smarrita dal destinatario, scritta il 25.3.1924 da Egidio Begnis di Lenna all'amico Martino Zanni di Sovere, nella quale si fa riferimento anche a Mariano Carrara di Sovere e a un certo Lumina di Castro, tutti e tre soldati con Begnis nel 35° Fanteria a Bologna. Per il suo contenuto antifascista la lettera determina la perquisizione, avvenuta il 31.3.1924 da parte dei Cc di Piazza Brembana (Bg), dell’abitazione di Begnis, senza risultati. Nella lettera Begnis esplicita infatti le sue posizioni apertamente antifasciste e fa riferimento ad un gruppo di giovani suoi compaesani che condividono le idee antifasciste con i quali cerca in vari modi di contrastare la presenza dei fascisti del luogo: "In merito alla politica ti dirò che io ed i miei compagni siamo in guerra senza quartiere coi fascisti locali e non ce ne risparmiano da farsi, si con canti, con grida e con manifesti e qualche volta con pugni; ma nonostante tutto abbiamo deciso di portare la battaglia sino in fondo ed il nostro motto è (piuttosto di farsi fascisti, la morte) perdere di borsa come già ci ho perso, ma resistere". Fa inoltre riferimento ad un recente comizio fascista, tenuto domenica 16.1.1924, in cui è intervenuto come oratore il noto aviatore ed esponente fascista Antonio Locatelli, e alle minacce subite da Begnis da parte di un maresciallo dei Cc di Piazza Brembana "il quale veniva con delle minacce di farmi chiudere l’osteria, se non smettevo di fare propaganda comunista ed io ci ho risposto che sono disposto perdere tutto, ma non cambiare idea". Vigilato fino alla fine degli anni Venti, nel 1930 risulta impiegato bancario. Iscritto al Pnf dal 1928. Radiato nel 1930. (R. Vittori)
Documentazione allegata
corrispondenza
(Il 28 marzo 1924 viene rinvenuta a Sovere (Bg) una lettera, evidentemente smarrita dal destinatario, scritta il 25 marzo 1924 da Egidio Begnis di Lenna a Martino Zanni, di Sovere, del 1900, nella quale si fa riferimento anche a Mariano Carrara di Sovere, del 1900, e a un Lumina di Castro, del 1901, tutti e tre soldati con Begnis nel 35° Fanteria a Bologna. Ecco il testo integrale della missiva:
<Lenna li 25-3-1924 dopo Cristo
Carissimo amico Zanni
Dopo lungo silenzio oggi ho creduto bene di farmi ancora vivo e nel medesimo tempo per vedere se il mio amico è anche lui vivo, oppure è andato al di là all’Eterno riposo nell’eterno mondo in compagnia dell’Eterno padre.
Ma questo mi auguro che non sia, molto più che adesso il suffragio universale ci chiama a deporre alle urne il nostro consenso, oppure il nostro No al benemerito Governo Nazionale. Credo che il mio amico non dovrà tralasciare di votare specialmente in questi tempi, che non votare significa tradire la coscienza, l’ideale, l’umanità intera.
In merito alla politica ti dirò che io ed i miei compagni siamo in guerra senza quartiere coi fascisti locali e non ce ne risparmiano da farsi, si con canti, con grida e con manifesti e qualche volta con pugni; ma nonostante tutto abbiamo deciso di portare la battaglia sino in fondo ed il nostro motto è (piuttosto di farsi fascisti, la morte) perdere di borsa come già ci ho perso, ma resistere.
Il 27 gennaio mi è pure capitata una brutta avventura da parte di questi pionieri della nuova civiltà a raccontartela sarebbe troppo lunga, perchè si poteva pubblicarla sull’Asino, ma però è toccato chiamare un avvocato per liberarmi di una contravvenzione che mi hanno fatto prendere il giorno 5 marzo è stato il giorno della battaglia per me riuscita vittoriosa, ma però ho avuto delle noie e da tributare ed ora gli scornati cercano di scusarsi, ma io non li guardo nemmeno in ghigno, se avremo l’occasione di vedersi ancora una volta te la racconterò insieme a tante altre. Io però mi mostro sempre più irremovibile nelle mie nobili e sacre idee. Ora stiamo preparandoci per le prossime elezioni, ma non l’idea di portare della vittoria perchè questa è una trappolata della più buffa, solo per portare il buon nome di Lenna, ormai creduta dai paesi limitrofi come la rocca forte del PNF. Domenica scorsa 16 vi è stata una conferenza fascista, oratori la medaglia d’oro Locatelli [Antonio] e se non mi sbaglio il Commissario Governativo di Bergamo. Il popolo accorso era scarso di numero, ma più per curiosità che per altro ed io pure sono andato colla mia grossa compagnia, là in mezzo ritti e con le mani incrociate e sigaretta in bocca, e con il non disprezzabile onore di essere circondato da carabinieri e da molti fascisti per vedere se potevano avere un pretesto di farsi comparire dei disturbatori o [desideratori?] con qualche scherzo altro per poterci portar via, ma noi che siamo socialisti e siamo nati prima di loro [... frase illeggibile] comportarsi e così se si fossero illusi di fare una grande avanzata sono rimasti colla piva nel sacco, come di solito fanno i fascisti di Lenna compreso il Rota che è già un mese che non ci parla più. Dopo le elezioni ti farò sapere qualche cosa se prima non sarò partito per Mosca, perchè dal Maresciallo di Piazza Brembana ne ho già avuto l’avviso dopo diverse dispute sostenute in casa mia, il quale veniva con delle minacce di farmi chiudere l’osteria, se non smettevo di fare propaganda comunista ed io ci ho risposto che sono disposto perdere tutto, ma non cambiare idea.
Il tuo cognato di Rosciate è sempre a Lenna, ma non ammogliato ancora, mi saluterai l’amico Carrara, Lumina e quell’altro che non mi ricordo il nome, e cioè il Balduzzi ed il caro amico Gianni sinceri saluti e buoni affari con le ragazze belle come quelle dei Laghi Gemelli, salutami pure la tua famiglia, la tua dolce metà, tuo amico fedelissimo Begnis Egidio.
L’amico Pietro Oriente ed Ofini delle automobili ti salutano essi pure che nelle nostre serate spesso ti rammentano. Abbiti pure saluti da parte dei miei genitori.>
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