Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Fiorano al Serio (Bg) il 4.3.1884, imbianchino, antifascista, ammonito, in RF. La sua nascita a Fiorano al Serio è da considerarsi occasionale, determinata dalla momentanea occupazione professionale del padre in quel paese. La sua famiglia, sempre per il lavoro del padre, si trasferisce poi da Fiorano al Serio ad Arona (No), dove il 14.2.1921 Agrizzi si sposa con Irma Lantacchi. Emigrato in Francia nel 1922, il 23.2.1937 rientra in Italia per stabilirvisi definitivamente e con l'intento di far rientrare in un secondo momento anche la moglie e i 4 figli, residenti a Belfort (dipartimento di Belfort, regione Borgogna-Franca Contea). Trova lavoro come verniciatore a Gries (Bz). Il 14.5.1937 viene ammonito dalla Commissione Provinciale di Bolzano perché la sera del 21.3.1937 nell’albergo ‘Trafoier’ di Gries, in condizioni di ubriachezza, pronuncia frasi ostili al regime fascista e per questo viene fermato. Dopo la sentenza di ammonizione, contravvenendo ai vincoli che ne derivano si reca ad Arona. Il suo intento è quello di attraversare clandestinamente il confine italo-francese con l’aiuto di un contrabbandiere locale per tornare dalla sua famiglia. Rintracciato ed arrestato dai Cc di Arona il 10.6.1937, viene trasferito di nuovo a Bolzano, dove la locale Pretura il 3.7.1937 lo condanna a 3 mesi di arresto per contravvenzione all’ammonizione e dove, scontata la pena, il 10.9.1937 la Commissione Provinciale gli infligge di nuovo l’ammonizione, la cui durata è biennale. Nonostante questo, pochi giorni dopo Agrizzi tenta di nuovo di espatriare clandestinamente con l’aiuto di due contrabbandieri locali, Desiderio Pisoni e Vittorio Motetta, ma il 29.9.1937 viene fermato dai Cc di Domodossola, tuttavia il 15.11.1937 i tre vengono assolti dalla Pretura di Domodossola. Il 24.12.1937 Mussolini dispone il condono di tutte le ammonizioni per motivi politici “inflitte o ancora da infliggere per fatti e condotta anteriori a oggi”, con l’esclusione degli ammoniti per contravvenzioni valutarie. Dopo il proscioglimento, Agrizzi viene più volte fermato e rilasciato, si sposta nell’area lombarda, il 30.3.1938 pernotta a Gallarate presso una delle sorelle, alla quale confida che intende tornare in Francia dalla famiglia, intanto la Questura di Bergamo cerca di rintracciarlo rivolgendosi alle varie Questure regionali. Il 22.6.1938 viene arrestato a Monte Olimpino (Co) il 26.6.1938 per furto con scasso nella chiesa locale e condannato dal Tribunale di Como a un anno e 6 mesi di carcere. Viene dimesso il 21.12.1939 dal carcere di Rovigo dov’era detenuto e obbligato a tornare a Fiorano al Serio perché suo luogo di nascita. Il 3.1.1940 viene arrestato dagli agenti di Ps Francesco Lorenzetti e Sante Jacobazzi nella ‘Trattoria Risorgimento’ di via Previtali a Bergamo ‘quale antifascista da rintracciare e fermare’, ma lo stesso giorno il questore ne dispone la liberazione. Il 12.1.1940, però, varca clandestinamente la frontiera italo-svizzera nei pressi di Domodossola insieme a Francesco Camagni (n. e residente a Cantù il 23.5.1890), ma mentre quest’ultimo si consegna alla gendarmeria svizzera, che lo rimanda in Italia il 5.3.1940, Agrizzi prosegue per Mulhouse (Francia). Il 17.5.1940 il nominativo di Agrizzi viene inserito con il n° di protocollo 05276 in RF per il provvedimento di ’perquisire e segnalare’.
Da Belfort, dove risiede al n. 11 di rue Scheurer Kestener, si traferisce in Germania, dove lavora a Sulingen Diepholz e dove nel febbraio 1943 chiede il rilascio del passaporto al vice-consolato di Hannover, il quale il 9.2.1943 scrive al Consolato Generale italiano di Strasburgo, alla Questura di Bergamo e al Ministero dell’Interno per sapere se la richiesta sia da accogliere o meno. Il 24.2.1943 l’Ufficio Passaporti del Ministero dell’Interno – Direzione Generale di Polizia si rivolge alla Questura di Bergamo per un parere sulla richiesta fatta dal Vice-Consolato di Hannover. Il giorno dopo, 25.2.1943, la Questura di Bergamo si rivolge a sua volta al podestà e ai Cc di Gazzaniga (comune da cui dipende Fiorano al Serio, luogo di nascita di Agrizzi) per la stessa ragione. Il podestà di Gazzaniga risponde il 2.3.1943 scrivendo che su Agrizzi pende un mandato di cattura, ma l’informazione proviene dai Cc di Gazzaniga. Questi, a loro volta, rispondono il 3.3.1943 alla Questura di Bergamo, scrivendo che “trattasi di elemento di pessimi precedenti penali e politici, già sottoposto alla libertà vigilata ed all’ammonizione per motivi politici”, inoltre “a suo carico qui pende ordine di carcerazione n° 66 emesso in data 16 settembre u/s dalla R. Procura di Como perché con sentenza 25.6.1938 condannato alla multa di lire mille per furto aggravato”. La Questura di Bergamo, infine, risponde a sua volta alla richiesta del Vice-Consolato di Hannover e, con lettera del 10.4.1943, dopo aver riassunto quanto scritto dal podestà e dai Cc di Gazzaniga, scrive che “pertanto quest’ufficio esprime parere contrario alla concessione del chiesto passaporto”. Nonostante questo, il 7.5.1943 il Ministero dell’Interno autorizza il Vice-Consolato italiano di Hannover a concedere il passaporto ad Agrizzi, “con validità limitata, però, allo Stato di residenza e sempre quando il di lui attuale comportamento politico non sia riprovevole”. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia in triplice posa, la sua carta d’identità francese con fotografia rilasciata dal sindaco di Belfort il 4.5.1937 e la carta d’identità italiana con la stessa fotografia rilasciata dal Comune di Gazzaniga l’11.3.1938. Cpc, b. 32, 1937-1943. (G. Mangini, R. Vittori)