Profilo sintetico riassuntivo
Nata a Bergamo il 26.1.1878, sarta. Si sposa con il negoziante Giovanni Steffanini, nato nel 1875. La coppia si trasferisce a Milano il 3.1.1905, dove nel 1909 nasce la figlia Elda Steffanini. Separata non legalmente da Giovanni Steffanini, a Milano conosce il disegnatore tecnico Giovanni Forlani, fu Pietro, definito anarchico ma in realtà comunista, con il quale si sposta tra Roma e Milano. Da Forlani ha una bambina, che nasce a Roma e muore a Milano a 6 anni. Nel 1921 Forlani viene arrestato a Milano, accusato di aver lanciato il 20.3.1921 una bomba in via Suardi a Greco Milanese contro il circolo fascista ‘Ordine e Lavoro’, tre giorni prima dell’attentato anarchico al cinema Diana a Milano, avvenuto appunto il 23.3.1921. Anche Benzoni viene arrestata perché trovata in possesso di materiale propagandistico. In realtà Forlani non ha alcuna responsabilità per l’attentato al circolo fascista, tuttavia al momento dell’arresto viene indicato come anarchico terrorista. La stessa Benzoni è sospettata di essere tale, perché in una nota della Questura di Bergamo del 12.4.1927 viene definita “simpatizzante del partito anarchico terrorista in Milano, tanto che venne arrestata insieme ad altro compagno perché trovata in possesso di stampati sovversivi”. Per Forlani l’erronea definizione di anarchico e l’accusa di essere terrorista si comprendono se vengono collocate nel drammatico contesto degli attentati compiuti a Milano, nel primo dopoguerra, da un gruppo di giovani anarchici individualisti composto da Giuseppe Mariani, Giuseppe Boldrini e Ettore Aguggini: due volte contro il ristorante Cova (il 26.6.1920 e l’8.8.1920), contro l’albergo Cavour che ospitava la delegazione inglese al congresso della Società delle Nazioni (14.10.1920) e, soprattutto, come già detto, l’attentato al cinema Diana (23.3.1921), che determina una vera strage, con 21 morti e circa 80 feriti. Nel novembre 1921 Forlani viene condannato a 16 anni e 8 mesi. Tuttavia, come chiarisce la scheda pubblicata a p. 341 del libro di Elena Dundovich, Francesca Gori, Emanuela Guercetti, 'Reflections on the Gulag: with a documentary index on the Italian victims of Repression in the USSR', pubblicato da Feltrinelli nel 2003, il vero autore dell’attentato al circolo fascista è il comunista fiumano Ernesto Blum, che risiede proprio a Greco Milanese, che però viene arrestato perché sospettato di essere coinvolto nell’attentato al cinema Diana. Per quest'ultimo episodio Blum riesce a dimostrare la propria estraneità e dopo essere stato liberato lascia l’Italia rifugiandosi a Vienna, ospite delle sue due sorelle. Qui, appresa dai giornali la notizia della condanna di Forlani per l’attentato di Greco Milanese, cerca di far pervenire in Italia le prove che scagionino l’accusato, dichiarandosi colpevole. Non è ancora stato accertato se le dichiarazioni di Blum a suo favore siano giunte a destinazione e se, in caso affermativo, abbiano contribuito alla sua liberazione. Di fatto, Forlani viene scarcerato nell’agosto 1925 per amnistia. Benzoni, dal canto suo, nell’ottobre 1925 da Milano torna a Bergamo e si stabilisce in via S. Spaventa n. 1, dove Forlani talvolta arriva per incontrarla, giungendo la mattina per ripartire prima di sera. Questo comportamento genera il sospetto che Forlani sia sottoposto a vigilanza o ad ammonizione. La mattina del 22.12.1925 viene effettuata una perquisizione in casa della Benzoni, presso la quale viene trovata anche Carla Baldi (di Enrico e Pierina Rovatti, n. Chignolo Po, in provincia di Pavia, il 3.4.1910 e domiciliata a Milano in via Trotter 8). Nel corso della perquisizione vengono rinvenuti un opuscolo dal titolo 'Pagine Rosse' con incisa la foto di Giovanni Forlani, un memoriale intitolato 'Appunti sul processo Giovanni Forlani'; un opuscolo dal titolo 'Giordano Bruno'; fotografie e biglietti da visita di Giovanni Forlani (presenti nel fascicolo: una sola foto, in divisa militare, di Forlani; i biglietti da visita: Forlani Giovanni - Disegnatore tecnico - viale Monza 42 - Milano), fotografia di Giacomo Matteotti (Foto Dotti e Bernini – Milano presente nel fascicolo). Una nota interna del 28.10.1938 della Questura di Bergamo rileva che Benzoni risiede ancora al n. 1 di via Spaventa e non dà luogo a rimarchi, ma “non avendo, però, fino ad oggi, dato prova di ravvedimento non si ritiene opportuno proporla per la radiazione dallo schedario dei sovversivi”. Nel 1942 risiede ancora allo stesso indirizzo e viene sorvegliata. (G. Mangini, R. Vittori)