Bertola Silvio Arcangelo


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n. busta
12
n. fascicolo
354
Primo estremo
1941
Secondo estremo
1943
Cognome
Bertola
Nome
Silvio
Altri nomi
Arcangelo
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1888/12/11
Livello di istruzione
diploma liceo classico
Professione
impiegato
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Castelli Calepio (Bg) il 10.12.1888, disfattista. Diplomato al liceo classico 'Sarpi' di Bergamo, combattente nella prima guerra mondiale, nel primo dopoguerra organizzatore del Partito Popolare, nominato Cavaliere della Corona d’Italia con decreto n° 137672 del 25.5.1926, volontario nel 1937 nella divisione ‘Tevere’ in Africa orientale come fascista, contrae la malaria. Ex-confinato politico per disfattismo, si sposa con Caterina Felizetti, ha un figlio, Silvio, che nel 1942 studiava presso il Seminario Pontificio Romano Maggiore di Roma e stava per essere ordinato sacerdote. E' sempre stato impiegato in ditte private, da ultimo come esattore per la Società Elettrica Bergamasca, impiego lasciato nel 1939 per fine contratto. Disoccupato per circa un anno, nel 1940 si trasferisce a Bolzano per lavoro, si impiega presso lo Stabilimento ‘Acciaierie’, dove viene rapidamente in sospetto per i suoi commenti ad alta voce sui fatti politici, militari, economici, sospetto intensificato dall’intercettazione di una sua lettera scritta il 6.11.1941 al sergente Fausto Monsorno (232° Reggimento Fanteria), in cui si esprime con durezza sulla guerra. La Questura di Bolzano il 19.1.1942 nel rapporto alla locale Commissione Provinciale con cui Bertola viene denunciato, riporta alcuni stralci della lettera: "Anche per i civili qui la vita si fa sempre più dura per le privazioni continue e per la mancanza di ogni cosa anche più necessaria. Resistere è una parola! Tireremo le somme in ultimo e … vedremo la conclusione anche di questa carneficina causata dalla sfrenata ambizione degli uomini che pur dovranno presentarsi, nudi, al Tribunale di Dio, e rendere conto dei loro esecrandi e criminali misfatti in terra. Vi auguro che abbiate a portare a casa la pelle e non abbiate ad essere lapidato come quei novecentomila morti che hanno combattuto contro i tedeschi e che abbiamo commemorato ieri 4 novembre". Nello stesso rapporto alcuni operai presso lo stabilimento Acciaierie dichiarano che Bertola si lamenta spesso del razionamento del cibo, lo ritengono loquace e ciarliero più per vanità che per disfattismo. Dispiaciuto per la perdita dell’Etiopia, dichiara che se non fosse stato malarico sarebbe nuovamente partito volontario. Ha parlato di presunto attentato al duce ed è stato richiamato dal capo meccanico Defendente Manassi. Con sentenza del 3.2.1942 della Commissione Provinciale di Bolzano, viene condannato ad un anno di confino, l’esecuzione della condanna spetta alla Questura di Bolzano. Il 20.5.1942  è confinato a Macchiagodena (Cb), dove si fa indirizzare la corrispondenza col titolo di ‘cavaliere’. Il 23.6.1942 è liberato dal confino. Il 25. 7.1942 da Bergamo, dove risiedeva in via San Salvatore 10, si trasferisce per lavoro a Villadossola (No) per impiegarsi presso le Ferriere Ossolane. (R. Vittori)
Familiari
Bertola Angelo (padre)
Marenzi Caterina (madre)
Felizetti Caterina (moglie)
Nata a Boltiere il 25.12.1875.
Bertola Silvio (figlio)
Nato a Bergamo il 6.7.1915.
Luoghi di residenza
Bergamo Lombardia Italia Bolzano Alto Agige Italia Villadossola Piemonte Italia
Fatti notevoli
1941 - 1942
Una sua lettera scritta il 6.11.1941 ad un sergente viene intercettata dalla polizia di Bolzano; in essa si esprime un giudizio molto negativo sulla condotta della guerra da parte del governo fascista.
Sanzioni subite
confino politico (1942/02/03 - 1942/06/23)
Con sentenza del 3.2.1942 la Commissione Provinciale di Bolzano lo condanna ad un anno di confino. Viene destinato a Macchiagodena (Cb), dal 20.5.1942 al 23.6.1942, quando viene liberato.
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Documentazione allegata
foto segnaletica polizia (triplice foto segnaletica)
Altre fonti archivistiche
(ACS, C) Archivio centrale dello Stato (Roma), Confino politico
Busta 102, Fascicolo 1571
(ACS, C) Archivio centrale dello Stato (Roma), Confino politico
Busta 102, Fascicolo 1571