Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Ciserano (Bg) l’1.10.1866, nel 1870 si trasferisce a Milano con la famiglia, frequenta le scuole elementari e subito dopo inizia l’attività di ebanista, celibe. A Milano frequenta gli ambienti anarchici, diventando ben presto un noto attivista. Nel 1889 la Prefettura di Milano lo segnala quale capo del circolo anarchico ‘Avanguardia’, in particolare è la figura di riferimento del gruppo di Porta Terraglia (Briguglio 1969, p. 94), inoltre fa parte della sezione 'Lavoranti del legno' presso la Camera del Lavoro e della Società di Mutuo Soccorso ‘Abramo Lincoln’ di Milano. Il 19.5.1890 viene arrestato insieme a Dante Fiocchini, Carlo Crivelli, Paolo Grimaldi, Attilio Panizza e denunciato con l’accusa di appartenenza ad una ‘associazione di malfattori’ perché fa parte della Federazione anarchica milanese, oltre che accusato di aver diffuso manifesti che invitano alla distruzione dell’ordine monarchico, allo stragismo e al saccheggio. Per quest’ultimo reato, con sentenza del 6.12.1890 emessa dalla Corte d’Assise di Milano, viene condannato a 16 mesi di carcere e a 3000 lire di multa. Con il decreto del 30.11.1890 beneficia dell’amnistia e il 3.12.1890 viene messo in libertà. Continua a frequentare il movimento anarchico e in particolare l’avvocato Pietro Gori, Pietro e Luigi Invernizzi, Giuseppe Francesco Locatelli, Arcangelo Faccà (Cpc, b. 1918, 1897-1926; n. Casirate d’Adda nel 1868, residente a Milano, calzolaio), Silvio Tabai, Gerolamo Mandelli. Nel corso degli anni Novanta subisce diversi arresti e procedimenti giudiziari, tutti registrati nella sua scheda biografica: con ordinanza del 31.7.1892 la Camera di consiglio dichiara non luogo a procedere nei suoi confronti. Il 20.3.1894 viene sorpreso nel circolo ‘Il risveglio’, sciolto e chiuso per motivi di Ps, dove si erano riuniti 200 militanti. Il 31.10.1894 viene arrestato per sospetti in genere e denunciato alla Commissione Provinciale in applicazione della legge 19.7.1893, art. 1, con la richiesta di assegnarlo al domicilio coatto, ma con ordinanza del 20.11.1894 la Commissione dichiara non luogo a procedere. Il 30.4.1895 viene di nuovo arrestato e la sua abitazione perquisita, con il ritrovamento di cartoline, lettere e biglietti di Alessandro Pacciarini e Angelo Masini (Cpc, b. 3129, 1895-1943; n. nel 1869 a Milano, ebanista) da Parigi, di Carlo Giacobbe da Bergamo e di Giuseppe Emanuele Basile (residente a Palermo, nato a Modica nel 1890, tappezziere ebanista, comunista, Cpc, b. 384, 1931-1933), oltre alle fotografie degli anarchici Carlo Crivelli (DBAI 2003, pp. 470-471) ed Enrico Vincenzo Carrara (Cpc, b. 1112, 1896-1916, DBAI 2003, pp. 330-331). Liberato dopo qualche giorno, continua la propaganda nello stabilimento dove lavora e nelle osterie.
L’11.10.1895 viene denunciato con Carlo Chignola (Cpc, b. 1304, 1895-1942, commesso cartolaio, cameriere, sguattero, DBAI 2003, pp. 391-392), Riccardo Masini e altri per complicità nella diffusione del giornale anarchico «20 settembre», supplemento all’ «Amico del popolo» e ancora una volta viene proposto per il domicilio coatto, ma l’ordinanza del 19.12.1895 della Commissione Provinciale di Milano lo proscioglie per insufficienza di indizi. Il 28.3.1896 si trasferisce a Zurigo e subito viene segnalato al console italiano locale perché metta in atto procedure di controllo. A Zurigo Bertola lavora presso la fabbrica di costruzioni meccaniche Escher Wyss & C. Scheda biografica aperta dalla Prefettura di Milano l’8.10.1896. Il 15.11.1898 con decreto federale viene espulso dalla Svizzera insieme ad altri 15 anarchici della cosiddetta 'banda Valli'. Nel 1903 la sua presenza è segnalata a Parigi. Nel 1923 ritorna per due giorni a Ciserano per far visita ad un cugino per poi tornare in Francia. Nonostante gli organi di polizia continuino a ricercarlo, su di lui non ci sono più segnalazioni a tutto il 1935. Inserito in RF nel 1933. (R. Vittori)