Bertulessi Luigi Domenico


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n. busta
12
n. fascicolo
369
Primo estremo
1935
Secondo estremo
1940
Cognome
Bertulessi
Nome
Luigi
Altri nomi
Domenico
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1898/06/28
Professione
minatore operaio
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Gazzaniga (Bg) il 28.6.1898, minatore, antifascista. Ha partecipato alla prima guerra mondiale. Nel fascicolo è conservato un rapporto inviato il 29.11.1940 dai Cc di Bergamo alla Questura, l’unico in cui sono riportate le condanne subìte da Bertulessi, delle quali però vengono citati solo gli estremi penali e non le circostanze che li hanno determinati e, nel caso delle sentenze del Tribunale Militare, non sono nemmeno citati i provvedimenti successivi di indulgenza di cui Bertulessi ha evidentemente potuto fruire. Infatti, il 19.10.1917 il Tribunale Militare di Guerra del 4° Corpo d’Armata lo condanna a 22 anni di carcere militare per insubordinazione e ingiurie verso un ufficiale, mentre il 19.5.1920 il Tribunale Militare di Torino lo condanna a 5 anni di reclusione militare per diserzione. Emigrato in Francia, il 18.3.1925 il Tribunale di Vinzier (dipartimento Alta Savoia, regione Alvernia-Rodano-Alpi) lo condanna a un mese di prigione per danneggiamento. In seguito viene espulso dalla Francia, ma il 24.12.1930 il Tribunale della Senna lo condanna a 3 mesi di prigione per infrazione al decreto di espulsione. Rientrato in Italia, il 20.7.1935 Ighino Scarabelli (di Angelo, n. 4.11.1911 a Golferenzo, Pavia, negoziante di frutta residente a Voghera), denuncia di essere venuto alle mani con sconosciuto, appunto Bertulessi, nell’osteria Cantina Nuova di Montecapraro, frazione di Fabbrica Curone (Al), perché questi ha pronunciato parole offensive verso Mussolini. In realtà Bertulessi entra già ubriaco nel locale, chiede altro vino ma gli negato e, avendo ordinando la cena, che non trova pronta, pronuncia parole oscene affermando di essere stato condannato a 22 anni di carcere e di essere stato un disertore. Scarabelli lo rimprovera ingiungendoli di uscire dal locale dicendo che l’Italia non è più quella di ieri e che con il duce non si scherza. La risposta di Bertulessi è questa: “Me ne batto u’ belin di te e del duce”, alla quale segue una breve colluttazione. La testimonianza di Scarabelli viene confermata da un suo amico, Marino Lazzati, e da tale Enrico Zucchella. Bertulessi risiede a Fabbrica Curone dal 10.8.1933, dove è occupato in lavori stradali e dove consuma i suoi pasti nell’osteria in questione, dormendo nei fienili. Viene definito pericoloso quando beve. Il 24.7.1935 è arrestato e il 16.8.1935 viene condannato dalla Commissione Provinciale di Alessandria a due anni di confino a Ustica. Scontata la pena, lascia Ustica il 19.7.1937 e il 24.7.1937 si presenta al podestà di Fabbrica Curone, che lo stesso giorno gli consegna il foglio di via obbligatorio per Gazzaniga. Il 6.12.1937 si presenta di nuovo al municipio di Gazzaniga con il foglio di via obbligatorio rilasciatogli dal podestà del comune di Zavattarello (Pv). Il 29.11.1940 i Cc di Bergamo informano la Questura che Bertulessi non ha una dimora fissa a Gazzaniga, dove ha solo la matrigna ed è dedito al vagabondaggio. Nel fascicolo è presente una sua foto in triplice posa. (G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Bertulessi Giovanni (padre)
Magri Virginia (madre)
Luoghi di residenza
Gazzaniga Lombardia Italia (1898 - ) Vinzier Alvernia-Rodano-Alpi Francia Fabbrica Curone Piemonte Italia (1933 - )
Fatti notevoli
Partecipa alla prima guerra mondiale, dove viene processato in due circostanze, la prima per insubordinazione e ingiurie ad un ufficiale, la seconda per diserzione. In seguito viene amnistiato.
Nei primi anni Venti emigra in Francia per lavor nella zona dell'Alta Savoia.
Sanzioni subite
confino politico (1935 - 1937)
Il 16.8.1935 la Commisione Provinciale di Alessandria lo condanna a 2 anni di confino politico, che trascorre a Ustica (Pa).
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Documentazione allegata
fotografie scattate dagli organi di polizia (Fotografia in triplice posa.)
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 575, Fascicolo
Riferimenti bibliografici
Lupi 2016
riferimento p. 101