Profilo sintetico riassuntivo
Nato l'1.11.1875 a Cernusco sul Naviglio (Mi), anarchico, operaio meccanico. Giunge a Bergamo nel 1903, abita in via A. Mai 9 e dal 27.4.1903 e lavora alla Magrini. Il 16.4.1904 si sposa con Irene Filomena Mutti (di Mauro, casellante ferroviario n. 1837, e Rosalinda Airoldi, nata a Bergamo il 14.4.1879) e va ad abitare in via Previtali, in seguito in via L. Luzzatti 14. Il 3.8.1903 il prefetto di Milano scrive al questore di Milano: “Nonostante le attive ricerche qua praticate presso tutti gli esercenti l’industria meccanica ed altrove non è riuscito possibile rintracciare l’Alberti”. Non ha fatto il servizio militare perché “riformato per gibbosità (Art. 68 elenco B)”. Il 22.5.1906 da Bergamo si riferisce alla Questura di Milano che dal suo arrivo nel 1903 a tutto il 1906 Alberti “non ha mai manifestato di essere sovversivo, né ha mai fatto parte di circoli socialisti”. In una nota senza data (ma del 6.11.1922) della Questura di Bergamo, è scritto che Alberti “parla di rivincita contro i fascisti, di prepararsi segretamente a organizzare la riscossa proletaria, armarsi ed agire singolarmente”. Il 15.11.1922 la Questura di Milano chiede informazioni su Alberti a quella di Bergamo. Il 3.2.1923 lavora come attrezzista capo meccanico nella ditta Fratelli Maffettini di Bergamo. Una nota ‘riservatissima’ indirizzata il 17.2.1923 dalla Prefettura di Bergamo ai Cc, segnala che Alberti “da informazioni, e da verifiche eseguite, risulta che tempo addietro era sovversivo audace, nemico del Governo e dello Stato. In corso di moti sarebbe pericolosissimo: occorre pertanto vigilarlo sempre e impedirgli di nuocere”. Il 6.5.1926 il brigadiere Luigi Guidolotti informa che Alberti, domiciliato a Bergamo in via Luzzatti 14, “meccanico (anarchico) pur professando le sue idee, da qualche anno in qua si mantiene calmissimo disinteressato del partito cui apparteneva. Attualmente lavora in qualità di meccanico presso lo stabilimento Magrini, acquistandosi buona fama da tutti quelli che lo conoscono”. Radiato nel 1930. (G. Mangini, R. Vittori)