Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Fano (Ps) il 17.8.1898, insegnante, sospetto antifascista. Interventista, ex ufficiale combattente della prima guerra mondiale, dalla fine del 1921 è insegnante di educazione fisica nelle scuole elementari di Spirano (Bg). Dall’estate del 1924 si trasferisce a Bergamo e trova alloggio in via Palma il Vecchio 2 in una camera ammobiliata (proprietà Bissi), perché dall’anno scolastico 1924-25 lavora come maestro elementare a Sforzatica (Bg) e al liceo classico ‘Sarpi’. Il questore di Pesaro, C. Tarantola, il 17.12.1926 informa la Questura di Bergamo che Montanari a Fano militava nel Ppi, “tenne condotta normale ed è designato come giovane di animo mite”. In seguito a questa segnalazione, nel dicembre 1926 viene diffidato dal capo di gabinetto della Questura di Bergamo, ma l’8.1.1927 Montanari presenta ricorso contro la diffida, in conseguenza della quale si dimette dall’incarico di insegnante di educazione fisica. Nel testo del ricorso, Montanari dichiara di non appartenere né di aver mai appartenuto a partiti politici o associazioni direttamente o indirettamente contrarie al fascismo, di non avere “mai avuto contatti con sovversivi eccettuati l’Avv. Alfonso Vajana, certo Cesare Cardella, sarto in via Osio o qualche altro coi quali fui costretto ad avere rapporti per ragioni di affari e di famiglia e su cui sono sempre pronto a fornire le prove”. Aggiunge di avere promosso a scuola la sottoscrizione del Dollaro (la sua classe ha offerto 1 Dollaro) e l’iscrizione ai Balilla dei suoi scolari (17 iscritti su 21 allievi), sottoscrivendo personalmente 200 lire per il Prestito del Littorio, mentre il resto della scuola ha fornito 31 lire. Elenca i nomi di autorità locali che possono confermare la sua buona fede fascista: il cavalier Pratelli, segretario generale della Provincia di Bergamo; il comm. Manaira, preside del liceo ‘Sarpi’; il cavalier Bossi, consigliere di Bergamo. Ricorda infine di essere iscritto all’Associazione Combattenti e all’Associazione degli Ufficiali in congedo. La Prefettura di Bergamo, in conseguenza del ricorso, incarica i Cc di indagare sulle affermazioni di Montanari. Nel rapporto che ne deriva del 18.2.1927, i Cc informano il prefetto che Montanari nelle scuole elementari di Sforzatica non svolge propaganda politica, mentre risulta che talvolta colpisce i bambini e, secondo un’informativa dei carabinieri di Fano, è sospettato di aver fatto parte di Italia Libera, anche se non c’è alcuna prova. Vengono confermate come rispondenti a verità tutte le affermazioni di Montanari sulle sue iniziative a scuola. In conseguenza di tali riscontri, il 26.2.1927 viene revocata la diffida del dicembre precedente. Il 14.3.1927 il preside del liceo ‘Sarpi’ di Bergamo, Alberto Manaira, scrive al prefetto una lettera riservata chiedendo notizie precise sulle decisioni prese riguardo agli addebiti mossi a Montanari, dato che a sua volta ne viene richiesto dall’ENEF, Ente Nazionale Educazione Fisica. Il 18.3.1927 il prefetto di Bergamo risponde comunicando l’esito della vicenda con la remissione della diffida. Nel novembre 1927 Montanari ottiene il passaporto per il Canada. Con la schedina n. 5343 il suo nominativo viene inserito nel BR del 10.8.1928, n. 186. Nel giugno 1929 risulta risiedere a Toronto. Il 17.10.1930 il console italiano di Ottawa, su informazione ricevuta dal vice-console di Toronto, informa il Cpc che Montanari è iscritto al fascio ‘Principe Umberto’ di Toronto, alla cui attività partecipa regolarmente. Il 18.11.1930, dopo le informazioni ricevute dal Canada, il Cpc chiede alla Prefettura di Bergamo se ci sono motivi che impediscano la radiazione di Montanari dal novero dei sovversivi, e il 26 novembre successivo la Prefettura di Bergamo risponde che nulla osta alla radiazione. Il 29.11.1930 il Consolato di Ottawa, su informazione del vice-consolato di Toronto, informa ancora il Cpc (e questo, di rimbalzo, la Prefettura di Bergamo) che Montanari nelle ultime settimane “ha collaborato con il fascio di Toronto, comportandosi in modo del tutto soddisfacente”, preannunciando il suo rientro in Italia per il febbraio 1931. Nel dicembre 1930 viene radiato dal BR e dall’elenco dei sovversivi. Cpc, b. 3366, 1928-1930. (G. Mangini)