Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Nembro (Bg) il 9.2.1911 e domiciliato a Soresina (Cr), fascista. Diplomato, impiegato bancario, partecipa alla guerra d'Etiopia (1935-36) e al secondo conflitto mondiale col grado di tenente. Nel 1944 è arruolato con lo stesso grado nella GNR - Guardia Nazionale Repubblicana, diventando comandante del presidio di Crema (Cr). Promosso capitano, diresse la sezione della U.P.I. di Crema. Nel fascicolo è conservata la scheda compilata dalla Prefettura di Cremona e risalente al 16.6.1947, intestata a Giovanni Albrigoni ‘collaborazionista’ residente a Soresina in via Matteotti 3, in base alla quale viene proposto per l’iscrizione nel casellario politico centrale. Queste le voci della scheda:
Connotati: alto 1.80, occhi e capelli castani, baffi corti e barba a spazzola, miope;
Caratteri funzionali: abilitazione all’insegnamento elementare; impiegato bancario disoccupato; tenente di fanteria, richiamato alle armi nel 1939. Ha partecipato alla campagna d’Africa del 1935 nella Divisione Tevere, fronte occidentale, attualmente in congedo;
Stato di famiglia: padre Albrigoni Antonio, n. 1871, m. 1942; madre Losi Giulia, n. 1880, m. 1941; moglie dal 1941 Zani Parisina, fu Agostino e Zani Teresa nata Seniga, n. 1919; figli: Mauro, n. Soresina 1942, e Ugo, n. Soresina 1944;
Procedimenti penali: Con sentenza della Corte d’Assise Straordinaria di Cremona in data 14.12.1945, fu condannato per collaborazionismo ad anni 12 e mesi 6 di reclusione, pena amnistiata dalla Corte di Cassazione con sentenza del 25 gennaio 1947;
Residenza attuale: risiede a Soresina - via Matteotti 3;
Situazione economica: Nullatenente. Trae i mezzi di sussistenza dal lavoro della moglie, che è insegnante privata. Il suo tenore di vita corrisponde alle sue condizioni economiche;
Attività politica attuale: Non svolge e non è sospetto di svolgere propaganda politica, non tiene conferenze, non pubblica articoli né altri scritti di carattere politico, non ricopre cariche pubbliche né di partito;
Residenza, attività economica ed attività politica in epoche precedenti: Ha sempre risieduto in Soresina, fatta eccezione per il periodo della pseudo r.s.i. che pur essendo domiciliato a Soresina, abitava a Crema per ragioni di servizio, essendo comandante di quel presidio della G.n.r. Situazione economica modesta, non possiede beni patrimoniali. Già impiegato presso la Banca Popolare - Filiale di Soresina - fino al 1939, fu poscia richiamato alle armi quale tenente di fanteria.
Attività politica: prima dell’8 settembre 1943 serbò regolare condotta politica e mai si dimostrò di accesi sentimenti fascisti. Già fascista e riscritto al P.f.r., il 13.3.1944 si arruolò nella G.n.r. di Crema con il grado di tenente. Promosso capitano, diresse la sezione della U.P.I. di Crema. Fece fucilare in quel campo sportivo quattro partigiani e lui stesso sparò il colpo di grazia. Comandò anche il plotone di esecuzione per la fucilazione del carabiniere Antonelli di Rivolta d’Adda, avvenuta il 13.10.1944. A Crema si dimostrò di accesi sentimenti fascisti. In Soresina non gode cattiva fama perché durante il periodo in cui era addetto alla Comando della G.n.r. di Crema avrebbe fatto rilasciare alcuni sbandati di Soresina già catturati dalle brigate nere)”.
Sul sito www.straginazifasciste.it con il titolo ‘Episodio di Rivolta d’Adda, 09.10.1944’, Giuseppe Azzoni scrive che Santo Antonelli, il carabiniere fucilato, era di Rivolta d’Adda (Cr): arrestato dalla Gnr l’8.10.1944 come sbandato e disertore e accusato anche di furto in due cascine, viene fucilato il giorno dopo davanti alle scuole. L’atto di morte riporta: “Deceduto il giorno 9 ottobre 1944 alle ore 14 e minuti zero in circonvallazione Piave”. La fucilazione avviene per opera dei militi della Gnr Luciano Macchi, Giovanni Pedrini e Giovanni Caio, ma sul sito citato non viene citato il nome dell’ufficiale che li comanda, che è appunto Albrigoni. Il 26.6.1947 il Ministero dell’Interno delibera di iscrivere Albrigoni al Cpc e di aggiornare una volta all’anno il fascicolo, e il 10.7.1947 la Prefettura di Cremona assicura che adempirà all’impegno. Sul certificato penale estratto dal Casellario Giudiziale della Questura di Bergamo compare la “Sentenza Corte d’Assise Straordinaria di Cremona il 14.12.1945: assoluzione per insufficienza di prove per rastrellamento di prigionieri civili in Aquadello Vailati [recte: Agnadello, Vailate]. Bergamo, li 17/9/47”. Il 22.7.1948 la Prefettura di Cremona invia al Ministero dell’Interno e alla Prefettura di Bergamo copia della scheda con gli aggiornamenti, che però si limitano a segnalare che non c’è nulla da segnalare. Il 9.5.1949 la Prefettura di Cremona informa quelle di Bergamo e Brescia che Albrigoni, essendosi trasferito ad Acqualunga di Borgo San Giacomo (Bs) il 28.11.1947, è stato depennato dal Casellario della Questura di Cremona, dato che non appartiene a quella provincia né per nascita né per residenza. L’1.6.1950 la Questura di Brescia segnala al Ministero dell’Interno a Roma e alla Questura di Bergamo che Albrigoni continua a risiedere ad Acqualunga di Borgo San Giacomo. Serba regolare condotta e si disinteressa di politica, col suo comportamento non dà motivo a rilievi. Da qualche tempo si è dato al commercio quale venditore di articoli di maglierie. Il 27.5.1951 la Questura di Brescia scrive una nota riservatissima al Ministero dell’Interno e alla Questura di Bergamo in cui propone, dato il comportamento di Albrigoni, la sua radiazione dal Cpc e il 5.7.1951 dal Ministero dell’Interno viene scritta una nota riservata alle Questure di Bergamo e Brescia segnalando che Albrigoni è stato radiato dal Casellario politico. Il 22.9.1953 il fascicolo viene passato definitivamente in archivio. (G. Mangini, R. Vittori)