Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Valbondione (Bg) il 14.1.1905, contadino, antifascista, entra in conflitto con le autorità fasciste locali. Nel dicembre 1936 viene ricoverato per qualche mese in ospedale psichiatrico. Una volta dimesso, rientra a Valbondione. Il 18.12.1937 la federazione fascista di Bergamo trasmette al questore Pumo un’informazione proveniente dalla sezione fascista di Valbondione:
“La sera del 12 corr., mentre diversi camerati si trovavano nella trattoria del Podestà ed il Segretario del fascio locale, Andrea Minuti, stava leggendo sul «Popolo d’Italia» il discorso del Duce, detto Moraschini, pure presente nell’esercizio, si mise a gridare ‘Abbasso le camicie nere, abbasso il fascio’, ed altre cose oscene. Unitamente al camerata podestà i fascisti presenti sono immediatamente intervenuti ed hanno buttato fuori dal locale il Moraschini. Si è altresì saputo che lo stesso Moraschini la sera medesima, trovandosi precedentemente in un altro esercizio, si è messo a tirar su i vestiti ad una signora che si trovava nel locale in compagnia del marito ed ha spaventato tutti i presenti che lo conoscono per un violento ed un pazzoide. Viene fatta presente l’opportunità del suo allontanamento dal paese”. Una situazione analoga si verifica, sempre a Valbondione, il 25.6.1939, quando Moraschini, ubriaco, nel Dopolavoro gestito da Giovanni Antonio Marzupio (di Paolo e Serafina Conti, n. a Valbondione il 23.6.1942), segretario amministrativo del fascio di Valbondione, chiede altro vino ma se lo vede rifiutare. Moraschini reagisce prendendo in mano un bicchiere e facendo l’atto di lanciarlo contro il gestore. Marzupio allora lo trascina fuori dal locale con la forza, Moraschini reagisce prendendo a sassate il locale del Dopolavoro e Marzupio reagisce uscendo dal locale con una frusta e colpendo più volte Moraschini alla testa, causandogli ferite. Nel 1941 lavora come muratore, prima per l’impresa Zaverio Mario di Torino, poi per l’impresa Borini a Chivasso (To). Nel 1942 lascia Torino e ritorna a Valbondione per un infortunio sul lavoro. (G. Mangini)