Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Fara Gera d’Adda (Bg) il 26.12.1905, operaio meccanico tornitore, sospetto comunista. Si sposa con Giuseppina Galli il 18.9.1930 a Fara d’Adda, dove risiede in via Canonica, 4. E’ in rapporto con il comunista Angelo Leris, suo compagno di lavoro. Quest'ultimo, dal momento dell’internamento del fratello Luigi Leris, detenuto nel carcere di Fossano dal 7.3.1936 al 4.10.1939, intrattiene con lui e con altri detenuti comunisti a Fossano una corrispondenza clandestina nell'intento di ripristinare l'organizzazione e l'attività del partito comunista. Per questo si avvale di una rete di complici, diffusa tra Milano e le province vicine, i quali ricevono lettere al loro indirizzo e le consegnano ad altri o le rispediscono ad altri mittenti in Italia e al Centro estero del Partito Comunista in Francia. Tra i coinvolti in questa rete ci sono Gustavo Bellini, residente a Milano, e due bergamaschi, Enrico Arcangeli e, appunto, Arturo Moretti, sul quale i sospetti della polizia fascista si erano appuntati dal 1938 per via della sua amicizia con Angelo Leris. Nel giugno 1939, per non essere arrestato, A. Leris espatria clandestinamente in Francia. Sfuggito all’arresto il Leris, la polizia fascista interviene subito sui suoi immediati interlocutori a Milano, come Gustavo Bellini. Tra le carte trovate a casa di quest’ultimo ci sono lettere, alcune cifrate, provenienti dal carcere di Fossano. Alcune di queste lettere sono indirizzate a Bellini dal dirigente comunista Remo Rej, altre sono state lasciate in custodia a Bellini da A. Leris prima della fuga, e sono indirizzate al Moretti da parte di Luigi Leris. Dall'esame della corrispondenza gli inquirenti hanno quindi la prova del coinvolgimento di Moretti, che viene arrestato il 13.6.1939 con l’accusa di svolgere attività comunista. Interrogato nella Questura di Milano, Moretti si difende affermando di aver recapitato una sola lettera, giunta all’indirizzo della sua abitazione ma destinata in realtà ad Angelo Leris, e di aver protestato con quest’ultimo per essere stato coinvolto suo malgrado nello scambio epistolare clandestino; aggiunge inoltre che, in seguito alle sue rimostranze ad A. Leris, da Fossano non sono giunte altre lettere al suo indirizzo. Ma l'ispettore generale di PS, Peruzzi, in un rapporto dattiloscritto di 4 carte (Operazione anticomunista Milano) inviato da Milano il 18.9.1939 alla sede centrale della Polizia Politica a Roma e alla Questura di Bergamo, non crede alla versione del Moretti e anzi, ritiene che "dovette recapitare al Leris, almeno tutte le lettere sequestrate in casa del Bellini, il quale le ricevette in custodia dal Leris, il giorno prima dell’espatrio. Da Milano Moretti viene rimesso in libertà il 15.9.1939. In una nota del 10.10.1939 inviata dai Cc di Fara d’Adda alle questure di Milano e Bergamo, a proposito di Moretti si afferma che “non è iscritto al PNF, ma si è dimostrato sempre di idee favorevoli al Regime Fascista. Il Moretti inoltre è ben voluto dalla popolazione e dalle autorità politiche di Fara d’Adda”. Nonostante questo giudizio favorevole, pochi giorni dopo, il 16.10.1939, su ordine del Ministero degli Interni Moretti viene ammonito dalla Commissione Provinciale di Milano per “essersi prestato al recapito e all’inoltro di lettere clandestine inviate da detenuti politici dalle carceri di Fossano alla centrale estera del partito comunista”. Nel gennaio 1941 chiede l’iscrizione al Pnf, come risulta dal rapporto dei Cc di Fara d’Adda del 13.1.1941 alla Questura di Bergamo, che a sua volta trasmette la richiesta a quella di Milano, esprimendo parere favorevole. Nel fascicolo non è presente documentazione circa l’eventuale accoglimento di tale richiesta. Cpc, b. 3405 (1939-1944), nel quale viene erroneamente indicato Gerosa (Bg) e non Fara Gera d'Adda come luogo di nascita. Come commissario 'Renzo' svolge un ruolo fondamentale nella Resistenza. (G. Mangini, R. Vittori)