Profilo sintetico riassuntivo
Nata ad Ambivere (Bg) il 28.3.1901, ha frequentato la 3a elementare. Già operaia, in seguito lavora come domestica. Sospettata di spionaggio militare, è simpatizzante socialista. Secondo le informazioni contenute in un rapporto inviato dai Cc di Bergamo alla Questura il 25.2.1939, la Ginammi ha due fratelli e una sorella: Alessandro (n. 1892, contadino mezzadro, già ricoverato nell’ospedale psichiatrico di Bergamo), Ettore (n. 1910, contadino, a sua volta ricoverato in ospedale psichiatrico), Rosa (n. 1905, casalinga, coniugata ma non convivente con il marito), mentre la madre è morta nel 1922 nell’ospedale psichiatrico di Bergamo. Nel loro rapporto, i Cc scrivono della Ginammi che “la sua permanenza nel comune natìo non ha dato luogo a rimarchi di sorta sulla sua moralità né politicamente, avendo in quest’ultimo campo dimostrato assoluto disinteresse. In data 30 giugno 1922 la Ginammi lasciò Ambivere e si recò a Ventimiglia (Imperia) accampando motivi di lavoro, mentre invece risulta conducesse vita libertina, dedicandosi persino alla prostituzione clandestina”. L’1.1.1939 si imbarca a Palermo sulla motonave passeggeri ‘Città di Genova’ diretta a Tunisi, dove si mostra di sentimenti antifascisti, legge «L’Italiano di Tunisi». A Tunisi convive in rue Coubert 23 con il napoletano Gustavo Ciliberti (di Raffaele e Luisa Giordano, n. Napoli il 26.12.1888, venditore ambulante di stoffe), sposato ma separato dalla moglie, con il quale sembra si dedichi al contrabbando di valuta, con frequenti viaggi a Malta. In RF nel 1940. Il 2.12.1940 Ginammi e Cilberti giungono a Bergamo insieme al venditore ambulante di stoffe palermitano Giuseppe Attordi (di Domenico, n. Palermo il 10.4.1897), dove si trattengono per alcuni giorni alloggiando all’albergo Marconi, e ripartono l’8.12.1940 per Milano. Ginammi e Ciliberti dall’epoca del soggiorno tunisino sono sospettati di avere contatti con la polizia francese di Tunisi, alla quale avrebbero denunciato un fiduciario del Ministero dell’Interno italiano, cioè una spia, tanto che questi sarebbe già rientrato in Italia. Nel febbraio 1941 Ciliberti e Ginammi si trasferiscono a Napoli in via San Girolamo delle Monache 40. Con disposizione del 19.2.1941 viene disposto il controllo della posta diretta a Ginammi, sia ad Ambivere che fermo posta Bergamo, e a Ciliberti (fermo posta Bergamo), provvedimento revocato il 2.3.1942 dietro segnalazione del prefetto di Bergamo del 9.2.1942, dato che nessuna missiva è mai giunta agli indirizzi segnalati. I due lasciano definitivamente Napoli per Milano il 5.6.1943, ma l’8.7.1943 la Questura di Milano scrive di non averli rintracciati in città. La stessa segnalazione proviene il 22.7.1943 dai Cc di Bergamo per quanto riguarda Ambivere. Nel fascicolo sono conservate due copie di una sua fotografia, dove il cognome è stampato a macchina come ‘Ginanni’. (L. Citerio, R. Vittori)