Profilo sintetico riassuntivo
Nato il 6.9.1887 a Mapello (Bg), dove vive, contadino mezzadro e muratore, antifascista, sposato con Anna Taramelli, dalla quale ha i figli Ernesto, Angelo, Giuseppina. Con la sua famiglia vivono anche i fratelli Alessandro e Luigi. Il 9.4.1937 la Commissione Provinciale per il confino di polizia lo condanna ad un anno a Castropignano (Cb) “quale individuo socialmente pericoloso”, in realtà per “grida sediziose”, cioè per aver detto “magari venissero i rossi” a Ponte San Pietro, nel recinto di un capannone in costruzione all’interno del cantiere aeronautico, per protesta contro la sospensione dal lavoro di alcuni operai. Insieme a lui è coinvolto e condannato Alessio Maffeis. I Cc di Bergamo il 15.7.1937 informano la Questura che a favore di Alborghetti ci sono le testimonianze del podestà di Mapello e industriale Alessandro Locatelli (n. 15.6.1898), del notaio Angelo Terzi (n. il 13.5.1901) e di don Vittorio Adobati (n. il 4.8.1882), parroco di Mapello. Dopo il ricorso in appello la pena è ridotta a 8 mesi e Alborghetti viene liberato nel dicembre 1937. Il 21.10.1938 i Cc di Bergamo informano la Questura che Alborghetti ha tenuto buona condotta e sta lavora come muratore a Bardonecchia (To), è rimasto vedovo e convive con una figlia, anch’essa vedova, esercente di osteria, inoltre ha dato prova di ravvedimento, frequenta i fascisti e partecipa a cortei patriottici. I Cc ne propongono la radiazione. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia segnaletica. Cpc, b. 53, 1937-1941. ACS, Confino di polizia, b. 12, fasc. 157. (G. Mangini, R. Vittori)