Garlini Leone Francesco


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n. busta
50
n. fascicolo
1523
Primo estremo
1925
Secondo estremo
1934
Cognome
Garlini
Nome
Leone
Altri nomi
Francesco
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1888/09/25
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
negoziante
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Verdello (Bg) il 25.9.1888, popolare, poi socialista. Partecipa alla prima guerra mondiale. Sposato con Iole Rimbotti, dalla quale ha 4 figli: Vanda, Aida, Enza, Leonello. Nel 1921 è uno dei componenti della Confederazione Provinciale del Lavoro di Bergamo insieme a Romano Cocchi, Andrea Lorenzo Donati, Giuseppe Speranzini (nato a Pesaro il 26.91889, residente a Cremona, pubblicista; Cpc, b. 4906, fasc. 135773) e l’avvocato Giorgio Luigi Colombo di Gallarate. Residente a Bergamo, viene arrestato il 4.1.1925 per misure di Ps, perquisita senza esito la sua abitazione e rilasciato perché non emerge nulla s suo carico. Nel 1925 risulta abbonato all’«Avanti!» e a «La Giustizia». Per quest’ultimo giornale, il suo nome come abbonato emerge da una perquisizione domiciliare effettuata dagli agenti della Questura di Bergamo in casa del socialista Pietro Molteni, fiduciario del giornale per la provincia di Bergamo. Il 27.5.1925 la Sotto-prefettura di Treviglio scrive al prefetto di Bergamo presentando Garlini come individuo “di cattivi precedenti politici appartenendo al partito massimalista. E’ pericoloso organizzatore di masse. La sua propaganda sovversiva tende al comunismo”. Garlini è amico dell’avvocato, scrittore e giornalista Alfonso Vaiana (a suo tempo corrispondente da Bergamo del mussoliniano «Il Popolo d’Italia» e poi antifascista) e del conte Giacomo Suardo, al quale scrive il 6.5.1925, quando Suardo è sotto-segretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, per ottenere di essere lasciato in pace dai fascisti, dai quali lamenta persecuzioni e boicottaggi alle proprie attività professionali. Nella sua lettera dattiloscritta Garlini rifiuta di essere considerato un ‘sovversivo’, sostenendo da un lato di essere vittima delle circostanze storiche e sociali nelle quali si è trovato, anche se dall’altro non manca di rivendicare la legittimità delle sue scelte. E’ appunto in tal senso che Garlini ricostruisce in breve il suo percorso sindacale e politico: “Può dirsi sovversivo uno che da 10 anni ha sempre lavorato e tribolato, che è stato parecchi anni in America da dove è venuto due volte e tutte e due per assolvere al proprio dovere di servire la patria? Che è stato dopo tre anni di prima linea nominato Ufficiale e che è venuto a casa col proprio onore e dopo mille peripezie? se poi – per fatalità del destino – nel cercare un lavoro che lo sfamasse coi suoi quattro figli ha dovuto accettare un impiego che lo ha obbligato a seguire il movimento dei contadini (già sobillati) cioè ha fatto del sindacalismo, ma lo ha fatto in buona fede (chieda a chiunque dei proprietari che ebbero a che fare con me, come mi diportavo), mai offendendo nessuno, anzi tanto da ottenere col Cocchi dallo stesso on. Mussolini nel 1921 parole di simpatia per il modo che era condotta l’agitazione agraria e una fotografia con dedica che un o di noi tre tuttora detiene (..) Non chiedo nulla, non voglio nulla, andrò a lavorare – sono buono -, ma chiedo che sia lasciato a me stesso che non mi si rinfacci continuamente il mio passato, che per coloro che non sanno o non hanno capito può significare quasi un delitto, quando Lei sa che nel 1919-20 eravamo i soli a Bergamo a far barriera agli scalmanati. Cos’era poi la richiesta della terra in affitto? Per me – in buonafede – non era e non rappresentava che un maggior rispetto alla proprietà (il mezzadro può rubare) e uno stimolo alla maggior produzione. Mi sarò sbagliato forse, ma avendo fin dall’estate 1922 abbandonata ogni attività sindacale (non presi mai tessera politica), credo che oggi potrei avere diritto per lo meno ad essere dimenticato”. Nel 1926 si trasferisce in Liguria con moglie e figli, prima a Finale Ligure (Sv) e poi a Genova, dove apre un negozio di quadri e cornici in Salita San Siro n. 22. Nel dicembre 1934 risiede a Rivarolo Ligure, quartiere di Genova. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Radiato nel 1934. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Garlini Lorenzo (padre)
Nato nel 1849, contadino.
Foresti Pierina (madre)
Contadina, cucitrice.
Rimbotti Iole (moglie)
di Francesco e GIna Tacchini, nata a Vigliano (Bl) il 16.3.1890.
Garlini Vanda (figlia)
Nata a Milano nel 1914
Garlini Aida (figlia)
Nata in Francia, a Longchamp, el 1915
Garlini Enza (figlia)
Nata a Verdello nel 1920
Garlini Leonello (figlio)
Nato a Valtesse (Bg) nel 1922.
Garlini Francesca Giulia (sorella)
Nata a Verdello il 5.3.1882, dove si sposa il 13.10.1903 con Giovanni Francesco Fioretti.
Garlini Giulia Francesca (sorella)
Nata a Verdello il 26.1.1884.
Garlini Anna Giulia (sorella)
Nata a Verdello il 3.3.1886, dove si sposa il 10.2.1908 con Evaristo Gamba.
Garlini Francesco Giovanni (fratello)
Nato a Verdello il 31.1.1891.
Garlini Giuseppa Francesca (sorella)
Nata a Verdello il 6.10.1893.
Luoghi di residenza
Verdello Lombardia Italia (1888/09/22 - 1926) Finale Ligure Liguria Italia (1926 - ) Genova Liguria Italia Salita San Siro 22
Fatti notevoli
Partecipa alla prima guerra mondiale.
1919 - 1920
Partecipa al movimento sociale cattolico.
Relaz. con altri soggetti
Molteni Pietro (socialista)
ASBg, Sovversivi
Cocchi Romano Teobaldo (popolare, comunista)
ASBg, Sovversivi
Vajana Alfonso (antifascista)
ACS, Cpc, b. 5284, fasc. 014688
Donati Andrea Lorenzo (popolare)
Speranzini Giuseppe (popolare)
ACS, Cpc, b. 4906, fasc. 135773
Colombo Giorgio Luigi (popolare)
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1934
Documentazione allegata
fotografie private
Altre fonti archivistiche
(ACS, PP) Archivio centrale dello Stato (Roma), Polizia Politica
Busta 556, Fascicolo 18