Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo il 17.12.1895, sospetto politico, domiciliato a Bergamo in Piazza Pontida 23, celibe, esercita l’avvocatura in città dal 1920 circa, è amico dell’avv. milanese Carlo Maria Maggi, Consigliere Nazionale. Da un suo memoriale autografo si ricava che è stato combattente nella Grande Guerra, prima Capitano di Fanteria, nell’immediato dopoguerra aderisce al primo fascismo, prendendo parte attiva a parecchie spedizioni punitive a Bergamo e provincia, fra le quali quella sanguinosa di Grumello del Monte (Bg). Conosce molti squadristi bergamaschi tra i quali Ernesto Suardo ed il consigliere nazionale Giuseppe Beratto. Nel 1924 abbandona il partito "per beghe locali e personali”. Dal 1922 lavora a Bergamo nello studio dell'avvocato Meoli, che però nel 1927 lo allontana "per indelicatezze che rasentavano il codice penale", come scrive la Questura di Bergamo in una nota interna del 10.10.1935. Nella stessa nota si sostiene infatti che Bettoni gode "cattiva fama", sia come professionista che come privato cittadino. Sempre stando a questa fonte, "più che avvocato sarebbe un affarista non avendo la capacità intellettuale e la cultura giuridica sufficienti per affrontare le cause nelle sedi competenti; egli è l’avvocato dei tenutarii di case di meretricio, di prostitute e di gente equivoca in genere. Quando gli capita qualche questione importante egli la passa ad altri avvocati ricevendone una percentuale". Nell'ottobre 1936 Il Ministero degli Interni segnala la sua presenza a Roma, ove svolgerebbe campagna contro il regime a base di insinuazioni e calunnie contro personalità fasciste. In seguito a tale informativa viene vigilato e pedinato fino al 1940 negli spostamenti esterni a Bergamo, ma dal 1940 risulta iscritto al Pnf con anzianità retroattiva al 1925 quale ex combattente. Nel dicembre 1940 la vigilanza nei suoi confronti viene revocata e radiato dallo schedario. Nel fascicolo è conservata copia di una denuncia di Giovanni Corci del 1933 contro l'avvocato Bettoni per estorsione. (R. Vittori)