Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo il 24.6.1904, idraulico, residente a Valtesse in via Quintino Basso 172, iscritto al Partito comunista d'Italia dal 1921 e nel fascicolo è conservata la sua tessera d'iscrizione. In una nota prestampata che reca la data del 10.3.1923 Bettoni viene definito "sovversivo audace (..) in caso di moti sarebbe pericolosissimo: occorre pertanto vigilarlo sempre e impedirgli di nuocere”. Il 7.2.1926 alcuni militi fascisti guidati dal capo squadra Marconi al ritorno dai funerali in memoria della regina madre, si recano in una osteria in via Vittorio Veneto e notano, sulla porta che immette nella cucina, la seguente frase “Abbasso Mussolini, abbasso il duce, a morte Mussolini, a morte il duce, viva il comunismo, evviva Matteotti, viva la Russia”, sormontata dalla falce e martello e firmata da Giovanni Bettoni. Rintracciato, Bettoni viene portato in Questura, dove cerca di scagionarsi dicendo che la scritta l’avevano fatta certi suoi amici di Valtesse circa 3 anni prima, Giovanni Andreini di Giuseppe, e Cesare Belotti di Gabriele, mentre lui ha aggiunto la falce e il martello. Dopo aver sentito gli amici, e di nuovo Bettoni, il questore ritiene che sia lui l’autore di tutto e il 16.2.1926 lo fa arrestare e lo denuncia. Con sentenza del 9.3.1926 della Pretura di Bergamo, viene assolto per l'imputazione di offese al capo del governo per estinzione dell’azione penale per amnistia. Nel dicembre 1932 si iscrive al Pnf e il 9.6.1938 viene radiato. Cpc, b. 598, 1926-1938. (R. Vittori)
Documentazione allegata
tessera di partito
(tessera del Partito comunista d'Italia rilasciata il 15.10.1922, ma con l'anno "1921" prestampato. Sul fronte della tessera compare un disegno colorato, firmato 'Lavia', con un operaio che, con le proprie, spezza le catene del mondo.)