Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Caravaggio (Bg) il 29.11.1856, soprannominato ‘Sigagn’ (zingaro), definito anarchico dalla Questura di Bergamo ma a Caravaggio ritenuto un socialista rivoluzionario. Nel fascicolo è presente la sua scheda biografica. Ha frequentato le scuole tecniche. Risiede a Milano e lavora come prestinaio, ma nel 1880 ritorna a Caravaggio e apre una propria bottega di prestinaio. A Caravaggio nascono i suoi figli, nati dalla sua prima moglie, Maria Prina (di Bassano): Maria Nathan Caprera, Fede Mentana Roma, e i gemelli Filipova Fonzeca e Arnaldo Dedeo, morti pochi giorni dopo la nascita. Nel 1886 si stabilisce di nuovo a Milano con la moglie e le due figlie. Nel 1888 muore la moglie (il 9.5.1904 la Sotto-prefettura di Treviglio scrive che la moglie è morta di crepacuore per i maltrattamenti del marito) e le due figlie vengono affidate a parenti di Caravaggio. Nelle carte del fascicolo viene affermato che Franzosi a Milano lavori presso la ditta di trasporti Gondrand, ma è molto probabile che a questo proposito venga confuso con il fratello Giovanni, che lavora effettivamente presso Gondrand. Franzosi, comunque, è stato in relazione con Felice Cavallotti e con i più noti socialisti di Milano e di Roma, con i quali tiene abitualmente carteggio anche dopo la sua emigrazione in Argentina. Tra il 1888 e il 1890, infatti, parte per Buenos Aires, stabilendosi a Lujàn, nei pressi della capitale argentina. Il console generale d’Italia a Buenos Aires nel marzo 1902 scrive al Ministero dell’Interno - Direzione Generale di Ps che Franzosi “a Lujàn fa il corridore e si reca spesso a Buenos Aires. Porta lettere, pacchi, opuscoli, giornali degli anarchici di qui per quelli di là e così viceversa. E’ pericolosissimo”. Rientra a Caravaggio nell’aprile 1904 e nel maggio 1904 è a Milano ospite delle sorelle Livia e Giovanna. Il 23.5.1904 i Cc di Treviglio informano il sotto-prefetto locale che il giorno successivo, 24.5.1904, Franzosi con la propria figlia Fede, di vent’anni, partirà per Milano col treno delle 8 e nel pomeriggio per Genova da dove, il giorno dopo, 25.5.1904, si imbarcheranno sul piroscafo ‘Sirio’ per l’America toccando Barcellona. Nel giugno 1911 risiede ancora a Lujàn, in Argentina. Il Console italiano di La Plata riferisce che Franzosi, alla notizia della ritirata di Caporetto, si fa promotore di una festa presso la Società Italiana di Mutuo Soccorso, della quale è gerente, e non tralascia mai di festeggiare il XX settembre. Con il nome di Pedro Franzosi nel 1917 risulta tra gli abbonati, da Lujàn, del settimanale anarchico «Il Libertario», pubblicato e diretto a partire dal 1903 da Pasquale Binazzi e dalla sua compagna Zelmira Peroni. Nel 1920 è tra i sottoscrittori della «Rivista popolare» diretta da Napoleone Colajanni. Sua figlia Caprera, sposata con il prestinaio Bassano Carminati di Palosco, nell’aprile 1923 dice di non aver più notizie del padre da circa un anno e mezzo. Segnalato sul BR il 9.6.1926 con il n° 3976, nel 1930 dall’Argentina, su una busta intestata ‘Società Unione Italiana di Mutuo Soccorso’, Franzosi per motivi di interesse scrive a Caravaggio al ragionier Ferdinando Severgnini, negoziante di legnami e figlio di sua sorella Livia. Le ultime informazioni sul suo conto sono contenute in una nota dell’1.4.1940 indirizzata dal Cpc alla Prefettura di Bergamo: “Il connazionale in oggetto si è stabilito a Lujàn (Argentina), da oltre 45 ani, come profugo politico, perseguito, a suo dire, dalla Questura di Milano per le sue attività anarchiche in quella città. In Lujàn la necessità di lavorare per vivere lo appartò in certi periodi dalle lotte politiche, mantenendosi, purtuttavia, sempre propagandista delle sue idee avanzate. Fu per molti anni gerente di quella Società Italiana di Mutuo Soccorso, influendo sull’andamento della stessa e dovute a lui furono molte discordie intestine. Antifascista, si mantenne tuttavia nella carica suddetta fino al 1935, anno in cui elementi ancor più di lui nemici dell’attuale regime presero la direzione della società e lo misero in condizione di rinunziare. Attualmente vive modestamente delle sue economie, ritirato da ogni attività, e benché mantenga la sua intelligenza abbastanza lucida malgrado i suoi 85 anni, si può considerare un elemento trascurabile ed innocuo sotto ogni punto di vista”. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)