Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Lodi il 13.6.1899, ha una sorella di nome Elisa e un fratello di nome Bassano. Arruolato in Marina negli ultimi tempi di guerra; trasferito da Lodi a Pallanza (No, ora Vb) il 9.9.1920; il l'1.11.1925 con la madre e due sorelle da Pallanza si trasferisce a Domodossola (No, ora Vb) e da Domodossola a Bergamo (via Palma il Vecchio n. 30); dal 1928 abita a Bergamo in via S. Spaventa n. 13 e lavora come impiegato. Dal 1923 viene più volte processato e condannato, sempre amnistiato (omicidio, lesioni, minacce, omessa denuncia d’arma, lesioni personali volontarie, ecc.). Il lunedi 6.10.1926 viene arrestato per truffa a Bolzano; il 12.8.1927 viene arrestato e denunciato all’autorità giudiziaria dai Cc di Selvino (Bg) per canti sovversivi e frasi oltraggiose e oscene all’indirizzo del Re e alla bandiera tricolore (nella nota relativa a questa data si trova anche l’appunto: “veggasi pratica: Selvino - Gita Soc. Sportiva milanese Sesapoli”). Rimesso in libertà il 13.9.1927, il 19.9.1927 la segreteria politica della Federazione Provinciale Fascista di Bergamo scrive una lettera di presentazione di Folli per il questore o prefetto di Bergamo, presentandolo come un fascista della prima ora che intende chiarire la sua posizione e meritevole di sostegno: sullo stesso foglio c‘è l’appunto del destinatario, che scrive: “19.9.927 Conferito con il Folli. Egli, scagionandosi dagli addebiti mossigli, ha ricordato il suo passato di fascista della prima ora. Si ripromette di trovare al più presto una occupazione per dar prova della sua disciplina e del suo attaccamento al regime”. Il 14.10.1927 è definito dal commissario di Ps di Bergamo come “ozioso vagabondo, frequentatore di pregiudicati”; la raccolta di informazioni sul suo conto prosegue tanto che il 19.10.1927 il brigadiere Guidolotti riferisce sul suo conto dal momento del suo arrivo a Bergamo. Il 19.3.1928 in una nota riservata il questore di Bergamo comunica a quello di Milano che Folli in data 9.3.1928 è stato assolto per insufficienza di prove dal reato di offese al Re e manifestazione sediziosa (fatti di Selvino); nella stessa nota si dice che Folli nel dicembre 1927 era stato assunto come dipendente dell’ufficio di investigazione politica della questura di Bergamo e, incaricato di un servizio speciale (ma non si dice quale), il 3.12.1927 veniva munito di passaporto per i paesi europei (esclusa la Russia); successivamente venne licenziato per i suoi cattivi servigi e, di conseguenza, avrebbe dovuto essergli ritirato anche il passaporto, cosa però impossibile dal verificarsi perché nel frattempo Folli si rese irreperibile (forse è in Belgio). Il 23.4.1928, da Roma il segretario Piero Parini, su carta intestata “Segreteria Generale dei Fasci Italiani all’Estero (protocollo n. 2893), scrive al questore di Bergamo: “Si ha il pregio di trasmettere a codesta Regia Questura quanto comunica il Fascio di Barcellona: ‘Si è presentato a questo Fascio certo Folli Luciano da Lodi munito di solo passaporto rilasciato dalle autorità di Bergamo, e senza altro documento. Dice di essere stato al servizio della Polizia segreta fascista nel Belgio e che per questo non presenta documenti fascisti essendogli stati ritirati. Prego codesta Segreteria generale di volermi far pervenire delle informazioni precise sul conto di detto signore il quale ha presentato memoriale (del quale non c’è alcuna traccia nel fascicolo) che accludo nell’originale’. Si prega di voler fornire ogni possibile informazione sulla veridicità di quanto sopra e sulla condotta politica morale del prefato Folli. Il Segretario Piero Parini”.
Nel maggio 1928 la madre di Folli, Zaira Moretti, si trasferisce a Milano, ma nel novembre ritorna a Bergamo. Nel gennaio 1931 risulta che Folli, definito anarchico dalla Questura di Milano, si sia arruolato nel Tercio Extranjero (Legione Straniera Spagnola) e che si trova in Marocco; il periodo della sua ferma nella Legione Spagnola va dal 5.5.1928 al 6.5.1931, congedandosi dal servizio a Ceuta (S), e presentandosi al R. Consolato italiano di Madrid il 8.6.1931 per richiedere il rinnovo del passaporto (scaduto il 3.1.1929) per gli Stati europei e per l’America del sud, ma il Consolato rifiuta, offrendogli il foglio di via per il rientro in patria, che però Folli rifiuta. Il 6.1.1932 il Ministero dell'Interno (diretto da A. Bocchini) scrive ai Prefetti del Regno richiamando la ministeriale n° 987 - 157 del 4.1.1930 per informare che Folli, già iscritto alla RF per essere fermato, è sospettato di aver collocato una cassetta con due ordigni esplosivi presso l’ingresso del Consolato Italiano a Lugano il 5.1.1930, e si chiede perciò di arrestarlo qualora si presenti alla frontiera italiana; in data 3.7.1933 il questore di Milano scrive al questore di Bergamo informando che Folli è stato arrestato il 7.1.1932 a Chiasso (Canton Ticino) perché colpito da due ordini di arresto mentre era in viaggio di rimpatrio a cura della R. Legazione d’Italia nel Granducato del Lussemburgo, e nel novembre 1932, beneficiando dell’amnistia, avrebbe dovuto essere liberato, ma viene trattenuto in carcere perché la Commissione Provinciale di Milano il 22.12.1932 lo assegna a 5 anni di confino, da trascorrere nella colonia di Ponza (Lt), da dove il 9.2.1934 viene trasferito a Ventotene (Na). Nel gennaio 1935 la madre di Folli si trasferisce da Bergamo a Roma; il 6.4.1940 da Milano viene mandato a tutti i questori del Regno un telegramma che parla, a proposito di Folli, di una “formula quarta”. Dalle fonti storiografiche emerge che Folli in realtà era un fascista. Dopo l’8.9.1943 aderisce alla RSI e, in particolare, diviene vice-comandante (subordinato a Francesco Colombo) della Legione Autonoma Mobile ‘Ettore Muti’, nella quale ha ruolo di ufficiale, prima come maggiore, poi come tenente colonnello. Nella Legione comanda il 2° battaglione di campagna “Piero De Angeli”, composto da 800 elementi. Viene ucciso per errore dalle brigate nere di Novara il 22.3.1945. Cpc, b. 2102, 1928-1941. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)